Caso camici, le fiamme gialle perquisiscono la ditta del cognato di Fontana: si cercano elementi sulla mancata consegna
La Dama s.p.a. nel mirino dei pm. Si tratta della società di cui Andrea Dini, cognato del presidente della Lombardia Attilio Fontana, è amministratore delegato. Entrambi risultano iscritti nel registro degli indagati per frode sulla fornitura dei camici alla Regione. Nella serata si è diffusa la notizia della perquisizione negli uffici della Dama da parte dei militari del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza, su delega della Procura di Milano.
Stando a quanto circolato, le fiamme gialle sarebbero alla ricerca di elementi probatori relativi alla mancata consegna dei 25 mila camici avvenuta dopo che la fornitura di 75 mila pezzi si è trasformata in «una donazione», secondo quanto dichiarato. La Guardia di Finanza sta anche controllando se la partita di 25 mila camici non fosse ancora nel magazzino della ditta. Il cognato di Fontana avrebbe tentato di rivenderli a una Rsa del varesotto per 9 euro al pezzo, senza però riuscire nel suo intento.
In particolare, la trasformazione della fornitura in “donazione” ha ricevuto parere negativo dall’ufficio legale di Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia e quindi l’ordine senza gara che prevedeva la consegna di 75mila camici non è stato portato a termine, dal momento che ne sono stati consegnati solo 50 mila.
Intanto i pm milanesi tentano di far luce sul conto legato a un trust costituito nel 2005 alle Bahamas dalla madre anziana di Attilio Fontana e sul quale è confluito il patrimonio di un precedente trust, risalente al 1997, per un totale di 5,3 milioni di euro che il governatore della Lombardia ha ereditato e nel 2015 ha scudato e poi depositato su un conto in Svizzera di cui non si sapeva niente fino a poco fa, fino a quando non è emerso dalle indagini della Procura di Milano che ora sta passando al setaccio tutti i movimenti di quel conto.
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