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L’infettivologo Galli asfalta il convegno dei negazionisti al Senato: «Messaggi pericolosi: nessuno aveva titolo a parlare del virus»

28 Luglio 2020 - 10:19 Giada Giorgi
Il professore ordinario di Malattie Infettive all'Università di Milano ribadisce che il virus c'è ancora e che bisogna informare le persone dei nuovi focolai diffusi nel mondo

«Un messaggio inadeguato, con elementi di evidente pericolosità». Così Massimo Galli, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e professore ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano,  commenta le posizioni espresse in occasione dell’incontro negazionista tenutosi ieri al Senato, «Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti». Presenti tra gli altri anche il leader della Lega Matteo Salvini, Vittorio Sgarbi e il tenore Andrea Bocelli.

Arriva la risposta anche alle affermazioni di Salvini, che aveva definito il bollettino quotidiano dei contagi un «terrorismo mediatico», dichiarando apertamente di rifiutarsi «di salutare di gomito». Galli definisce «affermazioni inadeguate» quelle del leader della Lega e di tutti i partecipanti intervenuti, soprattutto perché «nessuno di coloro che si sono espressi ha titolo per dare un’opinione di tipo scientifico».

L’infettivologo ribadisce l’attenzione necessaria in un momento ancora molto delicato: «Alla gente bisogna dire chiaramente, ad esempio, che in Israele stanno per richiudere tutto dopo aver riaperto e in Catalogna ci sono problemi enormi. E che anche noi in Italia abbiamo avuto vari focolai nelle ultime settimane che ci indicano che il virus c’è ancora», ha concluso.

A rispondere a Matteo Salvini, che ieri in Senato ha rifiutato di indossare la mascherina, anche il ministro della Salute Roberto Speranza. «Queste regole sono essenziali, non possono essere messe in discussione. Bisogna avere senso dello Stato e delle istituzioni» ha commentato. Il ministro ha poi ribadito le tre norme essenziali ancora da seguire con scrupolo: «Utilizzo delle mascherine, distanziamento di almeno un metro e divieto di assembramenti, e il rispetto di norme igieniche fondamentali a partire dal lavaggio delle mani».

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