A 130 anni dalla morte, svelato il segreto dell’ultimo quadro di Van Gogh
A Auvers-sur-Oise, uno dei massimi specialisti mondiali di Van Gogh, Wouter van der Veen, ha individuato il luogo che potrebbe aver ispirato l’ultima opera di Van Gogh: Radici d’albero.
La scoperta sarà presentata oggi ad Auvers per il 130° anniversario della morte, dall’Institut Van Gogh, in presenza della direttrice del museo Van Gogh di Amsterdam e un lontano nipote del pittore. Grazie a questa scoperta potrebbero essere svelati alcuni particolari sulle ultime ore di vita dell’artista, scomparso suicida il 29 luglio 1890.
Van Der Veen – direttore dell’Institut Van Gogh – rimasto in casa durante il lockdown per il Coronavirus, mentre metteva un po’ d’ordine si è imbattuto in una vecchia cartolina: «qualche mese prima avevo scannerizzato vecchie cartoline postali degli anni 1900-1910 di un’anziana signora di Auvers. Sullo schermo – ha raccontato a Le Parisien – ce n’era una con un ciclista fermo sul lato di un sentiero, oggi la rue Daubigny. Il mio sguardo è rimasto colpito da un albero con le sue radici. Avevo l’impressione di aver già visto quell’immagine».
L’esperto ha analizzato quello scatto per giorni, paragonandolo al quadro di Van Gogh, e poi si è recato sul posto a vedere. «Io stesso ero un po’ incredulo […] Ma più andavo avanti, più mi sembrava che tutto concordasse». E infatti quelle radici, dipinte da Van Gogh, erano ancora lì.
«Quel quadro – continua il direttore – è stato dipinto il giorno stesso della morte di Van Gogh che lavorava nei pressi dell’auberge Ravoux, dove aveva una stanza. Possiamo pensare che abbia cominciato il quadro, con calma, con applicazione, la mattina e che poi abbia continuato più tardi, la luce che illumina le radici è quella di un fine pomeriggio».
Vincent Van Gogh sarebbe quindi passato nella pensione per lasciare il quadro in camera, per poi riuscire una seconda volta. Per l’esperto non torna qualcosa: «Il suo suicidio, proprio in quel lasso di tempo, tra le 19:00 e le 21:00, dimostra a mio avviso lo stato di lucidità in cui si trovava al momento di mettere fine ai suoi giorni. Una situazione molto distante dall’immagine di un uomo ubriaco, in preda ad una crisi di follia».
Video Editing: Vincenzo Monaco
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