Carabinieri di Piacenza, l’ex di Montella e la denuncia insabbiata per stalking. L’antimafia esclude i legami con la ‘ndrangheta
Non ci sarebbe nessun legame con la ‘ndrangheta da parte dei carabinieri e i pusher arrestati nell’inchiesta della Procura di Piacenza, che la scorsa settimana ha portato al sequestro della caserma Levante e all’arresto di sei militari. Dai primi accertamenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano non risulta ci sia alcun contatto con le ‘ndrine della Locride. Il dubbio è stato fugato dopo che la procuratrice di Piacenza Grazia Pradella aveva inviato alcuni atti dell’inchiesta alla Ddda per approfondimenti sui canali di rifornimento della droga. Proprio Montella, infatti, aveva definito in una conversazione con la fidanzata Maria Luisa Cattaneo, «calabresi», «pezzi grossi» gli interlocutori di Daniele Giardino, ovvero, secondo la ricostruzione dell’accusa, il fornitore di stupefacente, descritto dagli anche come «preoccupato» per possibili ritorsioni da parte dei fornitori. Nelle carte emerge anche l’esistenza di un deposito dove andare a ritirare la droga, situato nel milanese e secondo le indagini gestito da persone vicine a ‘ndrine della Locride.
L’ex di Montella e la denuncia insabbiata per stalking
È stata la fidanzata dell’appuntato Giuseppe Montella – l’uomo che, secondo l’inchiesta Odysseus, che ha portato nei giorni scorsi al sequestro della caserma della stazione Levante di Piacenza e all’arresto di sei militari, diceva «stanno tutti sotto la mia cappella. C’ho in pugno i carabinieri» e che si sentiva il leader dell’associazione a delinquere che nella caserma Levante a Piacenza arrestava e malmenava pusher stranieri. Sandra (il nome è di fantasia) e Giuseppe sono stati insieme il 2012 e il 2013. «Peppe, Falanga e Salvo (gli appuntati scelti arrestati una settimana fa, ndr) me li ricordo bene, erano sempre insieme, come fratelli. Si scambiavano anche le donne… si sentivano i padroni della città», racconta lei oggi secondo quanto riporta la Repubblica. Li definisce il «trio meraviglia». «Io sono stata solo con Peppe». Con lei ha il suo telefonino dove sono conservati ancora tutti i messaggi. La relazione aveva preso da subito una piega spiacevole. «Mi chiedeva in continuazione soldi, erano la sua unica fissazione. Frequentavo quella caserma, sì. Facevamo feste, ma di droga non ne ho vista», racconta lei. Sandra aveva già un figlio a cui badare. Le richieste si fanno sempre più pretenziose. Lui le prosciuga il conto in banca. «C’erano 13 mila euro. Gli ho dato il pin del bancomat per fare la spesa, e lui a poco a poco ha preso tutto». Lei le chiede la sua roba indietro. Lui dice che non se ne parla, è regalata. «Sei davvero vergognosa». Fine della relazione.
La denuncia
Dopo sei anni, Sandra si innamora di un’altra persona. E comincia a ricevere messaggi anonimi – da un account fake – sul suo profilo Instagram: immagini di lei e di questo ragazzo evidentemente prese da telecamere di sorveglianza. No, non è l’ex moglie dell’uomo, lei nega. Ha una nuova relazione con un militare dell’Aeronautica, che anzi si mette a disposizione e accompagna Sandra a sporgere denuncia. Dice di essere amico di Angelo Minniti – oggi uno degli indagati. Minniti non c’è. Sandra va alla polizia locale. E mentre si trova lì, riceve un inquietante messaggio di Salvatore Cappellano, il carabiniere che oggi, nell’ordinanza di arresto, viene definito «l’elemento più violento della banda di criminali». «Che ci fai dai vigili?», le scrive. Da lì è tutto un susseguirsi di episodi inquietanti, racconta. Foto di nudo, convocazioni inesistenti, i Carabinieri che le dicono di andare in caserma – il comandante in persona – chiedendo di portare lo smartphone per accertamenti, lei che scopre dalla Polizia locale che nessuno ha mai passato quella denuncia per stalking all’Arma. Una volta andata alla Polizia municipale – qualche mese fa, a febbraio – si trova davanti proprio Montella. «Quel giorno era stata convocata anche la sua ex compagna. Lui mi ha aggredita verbalmente. Ora spero che venga fuori la verità su quanto accaduto a me», dice Sandra a la Repubblica.
In copertina Instagram | Giuseppe Montella, uno dei carabinieri arrestati a Piacenza nell’ambito dell’inchiesta Odysseus, in un’immagine dal suo profilo Instagram, 24 luglio 2020.
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