Il sindaco leghista di Codogno ai negazionisti: «Venite a vedere il nostro cimitero, così capite cosa significa avere il Coronavirus»
Negare? Dire che è passato tutto? Rifiutarsi di usare dispositivi come la mascherina, come ha fatto Matteo Salvini, leader della Lega, durante un convegno in Senato? «Ricordo che siamo stati uno dei paesi a essere dichiarato zona rossa», tuona il sindaco del comune dove è stato registrato il primo focolaio di Coronavirus in Italia, Codogno. Anche lui è leghista. «Abbiamo visto sul campo e sulla nostra pelle la pericolosità del virus, e la protezione sanitaria è utile e necessaria», dice Francesco Passerini in un’intervista a Il Messaggero.
E ancora: «Mi arrabbio quando sento persone cha ancora sminuiscono i pericoli del virus o dicono semplicisticamente tutto è finito, tutto è passato e quasi sono infastidito dall’argomento. È assurdo che ci sia chi fa questi discorsi. Inviterei tutti loro a farsi un giro nel nostro cimitero qui a Codogno, così potranno rendersi conto di persona che cosa vuol dire avere il Coronavirus e doverlo combattere. Facciano una capatina da noi, così cambieranno idea».
Poi ha ripetuto all’agenzia di stampa Ansa: «I negazionisti mi fanno venire l’ulcera, come i deputati che si sono astenuti sulla Giornata nazionale in memoria delle vittime, sostenendo che non è esistito. Vengano quassù a vedere il nostro cimitero, magari capiscono qualcosa». La speranza di non avere più bisogno di dispositivi di protezione il prima possibile ovviamente c’è, dice il primo cittadino. Ma nel frattempo, esorta, sono fondamentali. Non bisogna minimizzare ma nemmeno passare alla psicosi, come fatto, dice, a Codogno, dove da quasi due mesi non vengono registrati nuovi casi di positività.
Miguel MEDINA / AFP | Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini
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