Scuola, l’ira dei presidi: «Senza aule e senza banchi non si parte. Gli studenti li facciamo sedere a terra?» – L’intervista
«Siamo al filo di lana, non sappiamo come fronteggiare eventuali situazioni critiche dal punto di vista sanitario (per il Coronavirus, ndr). Siamo preoccupati. Ci mancano le aule e adesso apprendiamo che i banchi dovranno essere consegnati alle scuole tra l’8 e il 12 settembre. Se fosse davvero così, potremmo anche riuscirci. Altrimenti, se dovessero arrivare dopo, certamente non potremmo accogliere gli studenti. Non possiamo mica farli stare in piedi o chiedere loro di sedersi per terra». A parlare a Open è Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale dei Presidi.
3 milioni di banchi entro settembre
Nel pomeriggio, infatti, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, in audizione in commissione Cultura alla Camera, ha fatto sapere che il termine per la consegna dei 3 milioni di banchi monoposto (tradizionali e innovativi) è stato prolungato al 12 settembre. Prima la scadenza era stata fissata al 31 agosto.
«L’8 settembre è il termine per l’avvio delle consegne dei banchi prolungabile al massimo fino al 12 settembre», ma in questo caso – fanno sapere – sono state previste delle penali. In totale i banchi tradizionali saranno 2.019.230 e 400mila quelli innovativi: «Noi abbiamo chiesto fino a 3 milioni di banchi e non 3 milioni in ogni caso – ha detto poi Arcuri – la richiesta è inferiore, acquisteremo solo i banchi che ci sono stati richiesti».
«Non ci sono aule per tutti»
Secondo Giannelli, però, mancano soprattutto le aule: «In 7-800mila studenti rischiano di non avere nemmeno un’aula in cui stare a causa delle norme di distanziamento sociale. Mi preoccupa, dunque, la mancanza di spazi. Dove mettiamo i nostri alunni?», si domanda. «Forse bisognava muoversi prima, ora è tardi. Arcuri ad esempio poteva essere nominato prima», aggiunge.
«I presidi devono assumere i docenti, basta graduatorie nazionali»
Covid a parte, per il presidente dell’associazione nazionale Presidi bisogna cambiare anche il metodo di assunzione dei docenti: «Devono farlo direttamente le scuole, serve una continuità didattica per gli studenti, non è giusto che cambino continuamente professore. Sarebbe anche un modo per eliminare il precariato e avere tutti docenti di ruolo».
«Le graduatorie nazionali analizzano soltanto i titoli di studio, noi abbiamo bisogno delle soft skills, quindi di docenti che sappiano coinvolgere gli studenti, non di persone poco portate a stare con i ragazzi. Servono professori, non cultori della materia». Da qui l’idea di svolgere, direttamente all’interno delle scuole, delle «prove preselettive curate da dirigenti e docenti». Altro che concorsoni.
Foto in copertina di repertorio: Ansa | I banchi singoli dotati di sedia ergonomica all’Iis Majorana di Brindisi in una foto tratta dal profilo Twitter del preside dell’Istituto ed ex sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano
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