La virologa “Batwoman” Shi Zhengli risponde ai complottisti: così smonta le teorie sul presunto rapimento e la fuga del Coronavirus da Wuhan
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La virologa cinese Shi Zhengli ha conosciuto diversi alti e bassi mediatici. A lei dobbiamo importanti ricerche sui beta-coronavirus dei pipistrelli. Quando il focolaio di Wuhan non poteva più essere nascosto al Mondo, cominciarono ad accusarla di essere l’untrice del nuovo Coronavirus. La pressione attorno a lei era tale, che al contrario di molti colleghi si è tenuta ben lontana dai riflettori.
Così, fino a poco tempo fa girarono persino voci sulla sua scomparsa. Dopo l’ultima intervista concessa a Scientific American nel marzo scorso, diventa per tutti «Batwoman». E come nei fumetti sui supereroi, diversi media collegarono la sua riservatezza alle tesi di complotto sul SARS-CoV2, estrapolando e travisando alcune affermazioni dell’ultima intervista, collegandole alla possibilità che il virus fosse fuggito da un laboratorio.
Finalmente la Virologa rompe il silenzio con una recente intervista su Science. «Batwoman» smentisce, senza possibilità di fraintendimento, le narrazioni complottiste a lei attribuite. A tali fraintendimenti si aggiunsero parallelamente diverse indiscrezioni fatte circolare dal tabloid inglese Daily Mail: un continuo strizzare l’occhio ai complottisti da parte di certi media – la stampa italiana non fa eccezione – usando le affermazioni decontestualizzate di una vittima di tali narrazioni.
Di tutto questo oggi non sembra essere rimasta memoria. Dell’ultima intervista su Science passano solo le accuse a Donald Trump, in tema con la recente crisi diplomatica tra Washington e Pechino. Nei titoli leggiamo anche quella che ormai è una banale constatazione: la Virologa – rifacendosi a quanto emerso nelle ricerche svolte in tutto il Mondo – ricorda che il mercato ti Wuhan non deve essere stato sede dello spillover dai pipistrelli all’uomo, passando probabilmente per il pangolino.
La Scienziata non fa altro che prendere atto di quanto sappiamo della filogenesi del virus. Il mercato cinese sicuramente è stato il principale centro di diffusione, ma difficilmente potremo essere certi che il virus sia emerso proprio lì, men che meno da quel laboratorio di Whuan, dove la stessa Shi ha lavorato per anni.
Il presunto mistero della scomparsa
Torniamo indietro al maggio scorso, quando su Il Giornale, Libero e Il Fatto Quotidiano si evidenziano alcune frasi della Virologa su Scientific American, la quale avrebbe affermato che il virus «potrebbe essere uscito dal nostro laboratorio». Libero e Il Fatto si rifecero a un articolo del Giornale firmato da Gian Micalessin, il quale a sua volta usò come fonte anche alcune indiscrezioni del Daily mail.
Su Scientific American Zhengli si riferiva alle sue paure iniziali, quando ancora non potevamo confrontare il genoma del virus con tutti gli altri. Tutto questo nonostante (o a causa di) una chiara nota del magazine americano:
«Questo articolo è stato originariamente pubblicato online l’11 marzo. È stato aggiornato per essere incluso nel numero di giugno 2020 di Scientific American e per rispondere alle voci secondo cui SARS-CoV-2 sarebbe emerso dal laboratorio di Shi Zhengli in Cina».
Non di meno, sul Daily Mail emerse subito l’ipotesi che la successiva scomparsa di Zhengli dai riflettori, fosse dovuta a un insabbiamento del Governo cinese.
Queste suggestioni si basano sulle indiscrezioni di Gao Yu riportate dal tabloid inglese, che avrebbe tantato senza successo di contattare «Batwoman». La Scienziata sarebbe stata quindi «imbavagliata» fin dai primi di gennaio:
«Ha terminato la sequenza del genoma del Covid [da notare la confusione tra malattia e virus] scoprendo che è identico per il 96 per cento a quello studiato nel suo laboratorio».
Sappiamo che le autorità di Pechino non hanno la mano leggera. Allora perché la Virologa avrebbe fatto poi presunte ammissioni in una rivista americana, solo due mesi dopo? Infatti non è così.
Virus fuggito da un laboratorio?
Le parole sono importanti. Si è scoperto che il nuovo Coronavirus deriva da un ceppo presente nei pipistrelli, come quelli studiati da Zhengli. Questo si può spiegare anche scrivendo ch’è «identico per il 96% a quello studiato nel suo laboratorio» (Scientific American). Nel primo caso stiamo facendo una affermazione neutra, nel secondo instilliamo il sospetto che qualcosa sia andato storto in quel laboratorio di Wuhan.
Alla fine lo stesso autore del Giornale conclude riportando che la Virologa aveva tranquillizzato tutti online di stare bene, ma non senza condire il tutto con qualche indiscrezione simil-complottista (il grassetto è nostro):
«Anche per questo una settimana fa molte voci la danno a Parigi pronta a consegnare un dossier sulla fuga da laboratorio del Covid. Voci fugate dall’ennesimo laconico messaggio su WeChat in cui Shi Zengli racconta di essere ancora a Wuhan con la famiglia – Ma al collega non sembra bastare – Peccato che nelle nove romantiche foto di paesaggi cinesi allegate al messaggio non ce ne sia una in cui si vedano la ricercatrice e i suoi familiari».
L’articolo del Daily Mail invece è firmato da Ian Birrell. Cita a sua volta la giornalista cinese Gao Yu e le sue preoccupazioni su Shi:
«Gao Yu, una giornalista cinese liberata la scorsa settimana dopo 76 giorni di blocco a Wuhan, ha detto di aver parlato con Shi durante la sua detenzione e ha rivelato: ‘Abbiamo appreso in seguito che il suo istituto ha terminato il sequenziamento genico e test correlati già dal 2 gennaio ma le è stata messa la museruola’».
Come già accennato, nell’articolo di Scientific American – come ammesso dallo stesso autore del Giornale – Batwoman non afferma affatto che il SARS-CoV2 fosse fuggito dal suo laboratorio, ma solo che inizialmente lei stessa si preoccupò di questa eventualità, salvo poi accertare che si trattava di un nuovo Coronavirus:
«Mi chiedevo se [l’autorità sanitaria comunale] avesse sbagliato”, dice. “Non mi sarei mai aspettato che succedesse questo genere di cose a Wuhan, nella Cina centrale”. I suoi studi avevano dimostrato che le province meridionali e subtropicali del Guangdong, del Guangxi e dello Yunnan hanno il maggior rischio di coronavirus che salti sull’uomo dagli animali, in particolare i pipistrelli, un serbatoio noto. Se i coronavirus fossero i colpevoli, ricorda di aver pensato: “Potrebbero essere venuti dal nostro laboratorio?”».
L’ultima intervista su Science
Così arriviamo al 24 luglio, con la pubblicazione da parte di Science di una intervista, dove Shi mette definitivamente a tacere tutte queste indiscrezioni. Le presunte affermazioni a lei attribuite riguardo al virus fuggito da un laboratorio sono frutto di bias, da parte di chi avrebbe dovuto saper contestualizzare quanto da lei precedentemente affermato.
«Le affermazioni del presidente Trump che il SARS-CoV-2 è sfuggito dal nostro istituto contraddicono totalmente i fatti – afferma Shi su Science – danneggiano il nostro lavoro accademico e la nostra vita personale. Il presidente Trump ci deve le sue scuse».
Poi la virologa prosegue spiegando qual è lo stato attuale delle nostre conoscenze sull’origine del SARS-CoV2.
«Ci sono solo due possibilità per la trasmissione tra specie animale e umana – continua la Virologa – La prima è che il virus sia passato direttamente dal pipistrello all’uomo, l’altra è che sia servito un ospite intermedio. Per il SARS-CoV-2, anche se la prima ipotesi non è da escludere, la probabilità è molto bassa. Tendo a sostenere il secondo scenario. Dove sarebbe avvenuto il passaggio da animali intermedi».
Il bavaglio che Pechino le avrebbe imposto per non raccontare niente in giro, non corrisponde al messaggio distorto che è passato dalle sue ultime dichiarazioni pubbliche. La Cina ha già dimostrato di non andarci leggera nel calpestare diritti civili e libertà di stampa, eppure sfuggono al suo sofisticato sistema di intelligence, un magazine di divulgazione americano, un tabloid scandalistico inglese e una delle più autorevoli riviste scientifiche al Mondo.
Ma per chi ne ha interesse, lo show del complottismo dovrà continuare comunque. Così, anche queste ultime affermazioni potrebbero essere usate contro Shi, e i tanti scienziati visti come «untori», continuamente impegnati a «imporre vaccini» e «cure ufficiali», per far fronte a una «pandemia inventata».
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