Due ragazzi si baciano in discoteca, il bodyguard li caccia: «Abbiamo paura a camminare mano nella mano» – L’intervista
Michele e Giacomo, 35 e 23 anni, decidono di trascorrere una serata in un lido-discoteca a Policastro Bussentino, in provincia di Salerno. È un sabato sera come tanti, non hanno nemmeno il tempo di prendere un cocktail che un bodyguard li rimprovera duramente (si erano appena baciati): «Dovete mantenere la distanza di sicurezza». «Ma siamo congiunti» è stata la loro risposta (convivono da un anno a Bari, ndr).
«Ci ha presi di mira. Accanto a noi c’erano diverse coppie etero che si baciavano e abbracciavano indisturbate», racconta a Open Michele Ciavarella. Insomma, stando alla denuncia dei due, pare che il distanziamento sociale causa Coronavirus valesse solo per loro. Per la coppia omosessuale.
«Ci siamo sentiti sputati fuori, rigettati. Abbiamo anche vomitato per lo sdegno, ma quello che ci ha spinti a lasciare il locale è accaduto in un secondo momento». Pochi istanti dopo, stando al racconto rilasciato a Open, la giovane coppia è andata dal vocalist della serata per spiegargli cosa fosse accaduto e chiedergli espressamente di lanciare un messaggio sul «rispetto dell’amore». La sua risposta? «Andate via». «Quello è stato il momento più brutto. Davvero orribile, disgustoso», racconta Michele.
«Abbiamo paura tra battute, occhiatine e minacce»
Ma non è la prima volta, ci confidano. «Noi abbiamo sempre paura a camminare mano nella mano per strada (basti pensare al 25enne pestato dal branco a Pescara perché passeggiava sul lungomare con il fidanzato, ndr). Temiamo che possano farci del male anche perché lo vediamo: in tanti ci seguono con lo sguardo, ci fanno battutine, ci minacciano, te li senti proprio addosso. Un’enciclopedia di odio. Quando mi sono colorato i capelli di rosa non potevo uscire di casa che mi assalivano continuamente con parole del tipo “Ricch*one”».
«Perché è indispensabile la legge contro l’omofobia»
«Per questo motivo, oggi più che mai, è necessaria la legge contro l’omotransfobia. Le leggi, infatti, fanno la cultura di un Paese. Il ddl Zan è l’unico strumento che abbiamo per sentirci liberi, è davvero indispensabile. Non è possibile che io debba aver paura di baciare pubblicamente il mio ragazzo, in Italia, nel 2020», spiega Michele.
Intanto il popolo della famiglia, Chiesa e destra promettono battaglia contro il ddl Zan: «Salvini, uno dei detrattori di questa legge, è solo un seduttore di fascisti. Alla politica – che in queste ore parla di clausola salva-idee – dico che la libertà e la dignità non sono negoziabili. Non snaturiamo né svuotiamo di forza e significato questa legge, altrimenti diventerebbe inutile».
Il lido prende le distanze
E pensare che Michele, di Bari, e Giacomo, di Avellino, erano andati in Campania per trascorrere quattro giorni di relax e divertimento e, invece, hanno dovuto fronteggiare l’ennesimo episodio di omofobia. Intanto la discoteca Copacabana, dove è accaduto il fatto, «ha preso le distanze» da questo episodio «increscioso».
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