In Puglia tentano di affossare la candidatura di Lopalco, ma sfuma anche il doppio voto di genere. Lo scienziato: «Tanti consiglieri temono di tornare a lavorare»
Tra le fila del centrodestra in Puglia, la candidatura dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco non aveva raccolto da subito grandi ovazioni. E anche tra quelle del centrosinistra lo scienziato non deve avere solo amici, visto che l’altra notte, nell’ultima seduta del Consiglio regionale pugliese, uno dei pochi emendamenti passati con voto segreto puntava a impedirgli di candidarsi. La legislatura di Michele Emiliano si è chiusa con un fallimento di cui lo stesso presidente si è preso la «responsabilità politica»: all’ultimo minuto si voleva approvare la riforma della legge elettorale per garantire la doppia preferenza di genere sulle schede del voto in autunno.
Niente da fare, la legge è stata affossata dopo un’intera notte di ostruzionismo dal centrodestra e non pochi franchi tiratori in maggioranza. Quegli stessi che avevano approvato la norma che avrebbe negato il diritto a candidarsi per chi aveva ricoperto incarichi con la stessa Regione. Salvo che si fosse dimesso dall’incarico prima della presentazione delle liste.
Nel mirino ovviamente c’era Lopalco, capo della task force sul Coronavirus in Puglia e candidato al Consiglio regionale a sostegno di Emiliano per il centrosinistra. L’assalto però non è riuscito, come racconta lo stesso Lopalco sul suo profilo Facebook «con una certa punta di vanità». E lo scienziato si è concesso anche una frecciata con chi probabilmente teme di vedersi scippare un posto in Consiglio proprio dallo scienziato: «Abbiamo la prova provata che un nutrito gruppo di consiglieri a fine legislatura sono terrorizzati dall’idea che a settembre dovranno tornare a lavorare».
Per la doppia preferenza di genere intanto toccherà al governo porre rimedio. La Puglia sulla “parità di genere” non garantita alle prossime elezioni va verso il commissariamento da parte dell’esecutivo, che già aveva diffidato la Regione Puglia sulla riforma ancora attesa dai tempi dell’ultima amministrazione guidata da Nichi Vendola. Il governo farà valere i poteri sostitutivi in materia e, salvo intoppi, dovrebbe permettere ai pugliesi di votare sia un uomo che una donna per il prossimo Consiglio regionale.
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