Secondo il Tg2 non c’è stata l’autorizzazione a procedere contro Salvini, poi rettificano. I precedenti
Durante l’edizione del Tg2 delle 18:15 la giornalista Maria Antonietta Spadorcia lancia la notizia in diretta dal Senato: «Non è passata l’autorizzazione a procedere! Sembrava un voto scontato visto anche il si di Italia Viva al processo a Matteo Salvini e invece no! Sono stati 141 i voti favorevoli, appunto, perché Salvini andasse a processo e 149 no. Quindi, Salvini non andrà a processo, non è stata concessa l’autorizzazione a procedere». La giornalista Rai non è nuova a servizi ritenuti vicini al leader della Lega e del centrodestra, e in questo episodio non riporta affatto il vero: sul caso Open Arms da parte del Senato l’autorizzazione a procedere c’è stata.
Da dove nasce l’errore? Per capirlo dobbiamo andare sul sito del Senato e vedere il risultato del voto dal resoconto stenografico dove leggiamo un chiaro ed evidente «Il Senato non approva». Che cosa vuol dire? Ecco, ci troviamo di fronte a uno di quei casi dove bisognerebbe conoscere bene il quesito, il testo che viene votato e il significato dei voti favorevoli o contrari, cosa che doveva fare la giornalista Rai.
Dal resoconto stenografico della seduta leggiamo: «Proclamo pertanto il risultato della votazione nominale sulle conclusioni della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari volte a negare l’autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di Ministro dell’interno pro tempore».
Il risultato è stato di 141 voti favorevoli e 149 contrari, ma in questi casi c’è bisogno del voto di almeno 160 senatori per approvare il tutto e dunque le conclusioni della Giunta sono state respinte: «Ai sensi dell’articolo 135-bis, comma 8, del Regolamento, a causa del mancato raggiungimento della maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, le conclusioni della Giunta si intendono respinte». Certo, potrebbe sembrare tutto un po’ contorto, ma i senatori sapevano che cosa stavano votando e cosa significava il loro si o no.
Quello di oggi è stato uno scivolone successivamente rettificato dallo stesso Tg2. Infatti, l’informazione corretta era stata ristabilita verso la fine dell’edizione delle 18:15 (la stessa) annunciando l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex Ministro dell’Interno. Questo va assolutamente detto anche perché sui social (e non solo) cresce l’indignazione sull’intervento della giornalista, senza però raccontare la rettifica: i telegiornali vanno visti interamente, perché i lapsus (come gli errori, in buona o cattiva fede) possono capitare.
I precedenti contestati
Quasi un anno fa, il 6 agosto 2019, erano stati diffusi due comunicati del Cdr della redazione del Tg2 che avevano di fatto evidenziato una spaccatura interna. Nella discussione generale c’era anche il tentativo di condannare il comportamento del deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi che aveva criticato la conduttrice Spadorcia, operazione non gradita da parte dei colleghi.
Di interventi critici nei confronti della giornalista del Tg2 ce ne sono stati, come ad esempio l’intervista a Matteo Salvini dove si parlava di un fantomatico «risultato record» della Lega alle europee: «Ministro, risultato straordinario. Oltre il 34%, mai raggiunto da Forza Italia, mai raggiunto nemmeno nell’84 dal PC che sull’onda emotiva della morte di Berlinguer giunse oltre il 33%. Sente la responsabilità?». In quell’occasione si era letteralmente dimenticata del 40% del PD del 2014.
July 30, 2019
Non è stato l’unico episodio contestato. Sempre un anno fa, il 30 luglio 2019, il solito Michele Anzaldi aveva nuovamente criticato la giornalista Rai per un’intervista a Giorgia Meloni sul Carabiniere Cerciello e la foto dell’americano bendato:
April 25, 2019
Ci sono altri episodi critici per il Tg2. Pochi giorni prima del servizio di Maria Antonietta Spadorcia era stato mandato in onda un servizio propagandistico ancora una volta a favore di Matteo Salvini in vista delle elezioni europee sul quale era intervenuta l’Autorità garante delle comunicazioni, l’Agcom, chiedendo un riequilibrio degli spazi informativi:
Con specifico riferimento al servizio in onda in data 24 aprile 2019 avente ad oggetto la foto che ritrae del Ministro Salvini con un’arma, è stato rilevato come il servizio abbia offerto una determinata ed univoca lettura di un fatto molto discusso che, come noto, aveva sollevato reazioni e opinioni di segno diverso e delle quali, al fine di assicurare la completezza dell’informazione, avrebbe dovuto essere reso edotto l’utente.
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