«Qui non lavora nessuno», il dirigente ferma le ferie fino a Ferragosto: rivolta in Regione Sicilia
«In ferie da cosa?» si chiedeva anni fa il compianto Sergio Marchionne appena salito alla guida di quella che ancora si chiamava Fiat, quando vagava per gli uffici deserti del Lingotto di Torino ad agosto con l’azienda che non navigava proprio acque serene. E in tempi di smart working, o meglio telelavoro, anche per la pubblica amministrazione, dalla Regione Sicilia è partito lo sfogo del dirigente dell’assessorato all’energia, l’ingegnere Salvatore D’Urso, ormai esasperato perché non riesce più a lavorare, essendo rimasto in questi giorni praticamente da solo in ufficio. Il dirigente ha fatto scattare il blocco delle ferie fino a Ferragosto con una circolare dal titolo emblematico: «Prima il lavoro, poi le ferie». Come riporta il Corriere della Sera, D’Urso da due settimane si sente ripetere che non c’è personale per caricare online le pratiche per richiedere i fondi europei. «Ma allora è vero che qui non vuole lavorare nessuno» ha detto D’Urso, sulla scia dello sfogo del presidente siciliano Nello Musumeci, che aveva azzardato anche una percentuale: «Qui almeno l’80% dei lavoratori si gratta la pancia». Con le pratiche sospese, rischiano di fermarsi anche i contributi chiesti dai Comuni in piena emergenza Coronavirus, così come è impossibile ottenere i vari fondi dall’Ue di cui la Sicilia avrebbe enorme bisogno. La circolare di D’Urso però si è già scontrata con la rivolta delle sigle sindacali dei dipendenti regionali, che invocano il diritto costituzionale alle ferie «anche per ragioni psicologiche». D’Urso a quel punto non si sarebbe risparmiato l’ironia: «Dopo quattro mesi a casa, si permettono di dire che “psicologicamente” non sono pronti a lavorare? Cose da pazzi».
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