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La credenza nelle Medicine alternative ha favorito l’emergere della pandemia? Forse e fin dagli inizi

01 Agosto 2020 - 15:47 Juanne Pili
Come la disinformazione sulle Medicine alternative ci avrebbe esposto alla pandemia, ostacolando la vera Ricerca per contrastarla

Sostenere che la credenza nelle Medicine alternative possa essere all’origine della comparsa del nuovo Coronavirus sarebbe una iperbole tutta da dimostrare. Non di meno, è difficile da ignorare come il mercato attorno alla Medicina tradizionale cinese abbia reso i contatti tra pangolino (ritenuto l’ospite intermedio del SARS-CoV2) e noi umani piuttosto frequenti.

Se da un lato la pseudoscienza di certo non ha aiutato a prevenire lo spillover di diversi patogeni dagli animali all’uomo, dall’altro assistiamo all’onda lunga della misinformazione, che mette a serio rischio in tutto il mondo i provvedimenti volti a contenere il contagio, e il trovare cure davvero sicure ed efficaci.

Sintesi

Nel presente articolo esploriamo due fronti principali della lotta a quella che l’Oms ha recentemente battezzato «infodemia».

  • È colpa nostra – Diversi studi preliminari cercano di studiare come impostare la comunicazione in modo da contrastare la diffusione delle fake news, ma è importante volgere il nostro sguardo anche a come queste nascono e si diffondono;
  • È colpa dei governi – Come spesso succede nella Storia, queste non solo ci espongono maggiormente a rischi collaterali, ma finiscono anche a fornire soluzioni sbagliate agli stessi, trovando a volte la complicità degli stessi governanti.

La trasmissione del contagio nell’infodemia

L’autore di Science Gayathri Vaidyanathan, mostra per Pnas (organo dell’Accademia delle scienze americana) in che modo la misinformazione (frutto di errori inconsapevoli) parallelamente alla disinformazione (consapevolmente architettata), si è diffusa a seguito della pandemia di Covid-19. Nel suo editoriale, Vaidyanathan cita alcuni recenti studi sulla ricerca di un «vaccino» contro l’infodemia.

Sono almeno tre i fattori attraverso cui avviene questo genere di «contagio», di cui potrebbero servirsi alcuni governi stranieri per inasprire la divisione e il dibattito politico a proprio vantaggio. Un fenomeno che abbiamo già visto all’opera con l’utilizzo delle community NoVax da parte di presunti troll russi, ma anche la propaganda di Pechino non scherza. 

I tre fattori di diffusione dell’infodemia

  • Il primo fattore di trasmissione è quello del «contagio sociale», ben più esteso di quello che avviene nei Social network, ma si avvale anche dei prossimi che frequentiamo, dagli amici alla famiglia, passando per l’ambiente di lavoro;
  • Il secondo fattore riguarda le strategie comunicative e di storytelling messe in atto per evocare vecchie paure e pregiudizi, in modo da disarmare il lettore. La coerenza interna del racconto farà il resto. A differenza delle comunicazioni degli esperti infatti, chi diffonde fake news non deve preoccuparsi di evidenziare i limiti del suo discorso;
  • Il terzo fattore riguarda la «visione del mondo» che ci costruiamo attraverso esperienze individuali. Per noi è difficile capire i discorsi sul Riscaldamento globale, se d’inverno ci sembra che ogni tanto faccia più freddo. Se ci consigliano un preparato omeopatico e dopo esperiamo sollievo, difficilmente avremo una cognizione immediata dell’infondatezza delle Medicine alternative.

L’incoerenza delle narrazioni complottiste a confronto

Possono essere messe in atto almeno due strategie per «vaccinarci» contro la misinformazione, ma gli studi in merito sono ancora limitati. Da un lato si può lavorare sulla divulgazione, specialmente nei più giovani; dall’altro si possono mostrare le incoerenze che emergono quando le varie tesi di complotto vengono messe a confronto. Nelle recenti conferenze stampa in Parlamento, promosse dalla deputata Sara Cunial, per esempio, si sono visti a confronto rappresentanti di tesi controverse sulla Covid-19, in contraddizione tra loro. 

C’è chi nega l’esistenza del virus, chi la sua pericolosità, altri ancora promuovono farmaci basati sull’idrossiclorochina; non esiste una visione alternativa coerente, mentre la Comunità scientifica è di fatto concorde sulla corsa al vaccino e ai farmaci più avanti nelle fasi di sperimentazione.

Lo stesso accade coi negazionisti degli allunaggi, che si dividono in quattro gruppi, tutti incompatibili tra loro. Stranamente però l’immagine degli «esperti divisi» sulla Covid-19 mostrata attraverso i media ha invece avuto un effetto negativo, forse perché mette gli scienziati sullo stesso piano dei cosiddetti «ricercatori indipendenti». Il problema è stato per lo più quello di come è stata comunicata l’incertezza.

Un personaggio emblematico in questo frangente potrebbe essere il poliedrico Massimo Mazzucco, che oltre alle tesi di complotto sul Coronavirus, sostiene anche il negazionismo degli allunaggi e le tesi cospirazioniste sull’11 Settembre e sull’assassinio di J. F. Kennedy.

Misinformazione di «regime»

Le cose si complicano quando la misinformazione viene foraggiata dalla disinformazione, veicolata da interessi politici ed economici. Tali tesi possono venire ammantate di un velo pseudoscientifico, anche attraverso pubblicazioni predatorie. Così non si parla per esempio apertamente di omeopatia, ma di studi sulle «onde del DNA o della Low dose medicine». 

L’accondiscendenza da parte di vari gruppi di pressione, ha fatto sì che in India i guru dell’omeopatia incidessero pericolosamente sull’efficacia degli interventi di contenimento della pandemia. Questo permette poi di ricavare fake news sui suoi presunti effetti benefici contro la Covid-19 in Occidente.

L’India è anche la patria della più potente casa editrice di riviste predatorie. Indiani sono diversi preprint poi ritrattati, dove si presentano sedicenti prove scientifiche di una ingegnerizzazione del SARS-CoV2. Anche questo genere di narrazioni finisce poi per rimbalzare attraverso la misinformazione dei media, mescolandosi ad altre tesi. 

Un esempio palese che ci aiuta a capire meglio potrebbe essere quello del Intelligent design: un espediente volto a dare basi pseudoscientifiche al Creazionismo, un movimento di cristiani radicali molto ben inserito in USA, arrivando anche a condizionare le campagne politiche. Anche in questo caso di riflesso avviene la misinformazione, con scienziati nostrani ingenuamente critici della Teoria dell’evoluzione, fuorviati dalla disinformazione prodotta oltre Atlantico.

Dalla Medicina tradizionale cinese allo spillover

Se l’India piange, la Cina non ride. Non sapremo mai quanto sarebbe stato d’aiuto per il mondo, se il governo di Pechino non avesse cercato di minimizzare inizialmente la reale entità del focolaio di Wuhan. Anche se alcuni studi suggeriscono che lo spillover non sarebbe avvenuto proprio nel suo mercato ittico, fa poca differenza. Sappiamo che deve essere avvenuto a un certo punto un «rimescolamento» tra i beta-coronavirus dei pipistrelli e quelli del pangolino, considerato il più probabile ospite intermedio.

È difficile stabilire oggi se per caso c’erano importanti quantità di prodotti derivati dal commercio del pangolino nel mercato di Wuhan, o in contesti analoghi, perché si tratta di un business importante, legato anche all’uso delle sue scaglie nella produzione di preparati della Medicina tradizionale cinese. Ma Pechino in questo frangente ha un piede in due staffe, essendo la Cina la principale promotrice della propria «medicina nazionale». 

Secondo un’inchiesta di Nature, il regime cinese ha investito milioni di dollari in studi che cercano di dare basi scientifiche alla Medicina tradizionale cinese. L’influenza di Pechino sarebbe arrivata fino alla stanza dei bottoni dell’Oms, specialmente durante il mandato di Margaret Chan, dirigente generale dell’Organizzazione mondiale della sanità dal 2006 al 2017.

La vicinanza di Chan alle Medicine alternative non è mai stata un mistero, e la promozione del suo business potrebbe essere stata agevolata dalla sua amministrazione, con fraintendimenti che vanno avanti ben oltre il mandato di Chan, portando la confusione attraverso i media di tutto il Mondo.

In generale le Medicine alternative – comprese quelle più «occidentali» come l’omeopatia – possono avvalersi di multinazionali potenti, tra queste c’è sicuramente la Boiron, che avrebbe fatturato 610 milioni di euro solo nel 2017.

Non è solo colpa degli «analfabeti funzionali»

Da un lato lo strizzare l’occhio di governi e aziende a certe pseudoscienze potrebbe aver agevolato il consumo di presunte cure derivate da animali ospiti di patogeni potenzialmente pericolosi. Dall’altro tutto questo avrebbe ostacolato – più o meno direttamente – le misure di contenimento e la promozione della corretta Ricerca scientifica, ai fini di trovare terapie efficaci e sicure.

Si è arrivati così più recentemente a terrorizzare i futuri beneficiari di un vaccino, con suggestioni sugli OGM e le onde del 5G. In Cina è stata messa addirittura a rischio l’immagine di una eccellenza locale, ovvero la virologa Shi Zhengli, rea di aver studiato i Coronavirus proprio in un laboratorio di Wuhan. Scusate se ci ripetiamo, ma anche in questo caso la disinformazione su di lei è poi sublimata nella misinformazione dei media, che hanno «liberamente interpretato» sue precedenti affermazioni.

Certamente è importante studiare come vaccinare l’opinione pubblica dalle fake news, ma se non si tiene conto degli interessi politici ed economici volti a «normalizzare» certe credenze, continuare a scaricare il peso sui cosiddetti «analfabeti funzionali» renderà questa battaglia non dissimile dal tentare di svuotare l’oceano con un secchiello.

Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English)

Foto di copertina: Dushy Ranetunge | Esemplare di Pangolino.

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