Lo smart working di pari passo con lo stato di emergenza: modalità semplificata fino al 15 ottobre
Fino al prossimo 15 ottobre le aziende potranno imporre lo svolgimento del lavoro agile senza necessità di raggiungere un accordo con i dipendenti (che non potranno, quindi, rifiutarsi) e potranno continuare ad utilizzare la procedura di comunicazione semplificata per gli adempimenti amministrativi e la sicurezza sul lavoro.
È importante ricordare che il lavoro agile si caratterizza per l’alternanza tra il lavoro dentro e fuori l’azienda: sarebbe bene, quindi, che nelle prossime settimane le imprese iniziassero a recepire questo concetto, superando quella forma estrema di lavoro domestico sperimentata in questi mesi, quando per evidenti motivi le persone sono state bloccate al 100% del loro tempo nelle rispettive abitazioni.
Vengono prolungate anche le regole speciali approvate durante questi mesi per alcune categorie specifiche. In particolare, viene confermato il riconoscimento del diritto allo svolgimento delle prestazioni di lavoro in modalità agile anche per quei lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio (per età, condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o svolgimento di terapie salvavita), sulla base – ovviamente – delle valutazioni dei medici competenti.
Diversa la scadenza per i genitori lavoratori del settore privato con un figlio minore di 14 anni, i quali – «a condizione che non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore» – possono ricorrere allo smart working “agevolato” sino al 14 settembre 2020 (il diverso termine è da ritenersi probabilmente legato alla riapertura scolastica).
Dopo il 15 ottobre, si dovrebbe tornare alla normalità e quindi il lavoro agile si potrà utilizzare solo con il consenso del dipendente, mediante la stesura di un accordo avente alcuni contenuti obbligati (luogo di svolgimento della prestazione, utilizzo degli strumenti informativi, diritto alla disconnessione, ecc.).
Va detto che al momento è molto difficile prevedere se tale scadenza coinciderà davvero con l’uscita dal regime emergenziale: molto dipenderà dalla situazione della pandemia e dall’organizzazione che si daranno le imprese. Senza dimenticare che il sindacato ha più volte chiesto di modificare le norme contenute nella legge 81/2017 che, per la prima volta, ha regolato questo istituto. E allora siamone pur certi: sullo smart working non è detta l’ultima.
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