«Squadroni della morte e forni crematori», la “soluzione” di un responsabile della Protezione civile per le sedare le rivolte dei migranti a Udine
«Squadroni della morte e forni crematori». È la “soluzione” prospettata dal responsabile della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga, dipendente comunale, a fronte della rivolta dei migranti scoppiata ieri, 3 agosto, all’interno dell’ex caserma Cavarzerani di Udine. Nella struttura, che ospita 400 persone, si sono verificati momenti di tensione, con grida, pietre contro le forze dell’ordine e roghi, per protestare contro la quarantena imposta dal sindaco.
E così Felluga, sul profilo di Ilaria Cecot, ex assessora provinciale, in risposta a degli utenti ha proposto la sua “soluzione”: «Non preoccupatevi stiamo organizzano gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità». Felluga prosegue sostenendo che «a Grado ci sono persone che metterebbero la firma per avere la roba da mangiare che loro (i migranti, ndr.) buttano via. E noi sappiamo solo assistere gli stranieri e i nostri non li aiutiamo».
Ma gli «squadroni della morte» sono solo una parte della “soluzione”. Per il resto invece serve altro: «Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio così non rompono più», ha scritto Felluga in risposta a una utente che chiedeva spiegazioni sulle sue affermazioni.
Parole «gravissime, inaccettabili e vergognose», ha dichiarato Ilaria Cecot. Presa di posizione dura anche dalla Cgil regionale, che ha chiesto alle autorità e al sindaco di Grado di condannare le parole di Felluga, oltre che prendere dei provvedimenti, trattandosi proprio di un dipendente comunale. In un post su Facebook Felluga è tornato sui suoi passi chiedendo scusa per quello che ha scritto: «È stato uno sfogo senza pensare».
L’intervento del sindaco
A stretto giro è arrivata anche la dura presa di posizione del sindaco di Grado, Dario Raguna, che in un post su Facebook ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Giuliano Felluga, definite «di un tenore inaccettabile e che gettano discredito sulla città di Grado e sulla Protezione Civile».
Il primo cittadino ha poi annunciato che provvederà «immediatamente a sospendere Felluga dall’incarico di coordinatore della squadra comunale di protezione civile nelle more di ulteriori determinazioni». Il sindaco si è poi detto «particolarmente amareggiato».
Foto Copertina: ANSA/MAURO ZOCCHI
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