Una città in ginocchio: le immagini di Beirut dopo l’esplosione al porto – La gallery
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EPA/NABIL MOUNZER – Una panoramica del porto, subito dopo l’esplosione EPA/IBRAHIM DIRANI – Il volto insanguinato di un uomo dopo l’esplosione EPA/NABIL MOUNZER – La potenza dell’esplosione ha sfondato le pareti di case, negozi e uffici EPA/NABIL MOUNZER – L’effetto dell’onda d’urto EPA/WAEL HAMZEH – Macchine distrutte dal crollo di alcune parti dei palazzi sovrastanti EPA/WAEL HAMZEH – Un uomo rimasto ferito EPA/WAEL HAMZEH – Il porto di Beirut, dopo l’esplosione EPA/NABIL MOUNZER – Una donna recupera la chitarra da casa sua ridotta in macerie EPA/WAEL HAMZEH – Quello che rimane dei palazzi EPA/IBRAHIM DIRANI – I primi soccorsi hanno coinvolto anche i civili EPA/IBRAHIM DIRANI – I pompieri a lavoro, nell’area del porto EPA/IBRAHIM DIRANI/DAR AL MUSSAWIR – I soccorsi EPA/IBRAHIM DIRANI/DAR AL MUSSAWIR – Il momento subito dopo l’esplosione al porto di Beirut EPA/IBRAHIM DIRANI/DAR AL MUSSAWIR – Feriti sostano a bordo strada EPA/IBRAHIM DIRANI/DAR AL MUSSAWIR – I soccorsi EPA/IBRAHIM DIRANI – Un uomo in ginocchio, dopo l’esplosione al porto EPA/NABIL MOUNZER – Un uomo rimasto ferito
Un incidente. È questa la tesi più quotata su quanto successo ieri, 4 agosto, nella capitale del Libano, Beirut. Un’esplosione alle 18.08 la cui onda d’urto è stata avvertita addirittura a Cipro. In poco tempo è comparsa una nube di colore rosa che ha sorvolato la città e le colline, arrivando a insinuarsi nelle finestre e nelle porte di palazzi e negozi che distano anche 12 chilometri dal luogo dell’accaduto. Da lì in poi, il caos.
Centinaia di persone con il volto insanguinato si aggiravano per le strade in cerca d’aiuto. Sono stati presi tutti alla sprovvista, durante la vita di tutti i giorni, anche nella tranquillità delle loro case. Pompieri e forze dell’ordine sono arrivati in soccorso dei cittadini. I funzionari libanesi hanno riferito che quanto è successo è riconducibile a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio confiscato e immagazzinato nel porto per sei anni. E poi deflagrato ieri pomeriggio.
Ora si cercano i dispersi. Secondo governatore della città, Marwan Abboud, circa 300mila persone sono rimaste senza casa. La scena, apocalittica, è stata paragonata a quella di Hiroshima e Nagasaki. Nel frattempo il ministro della Salute libanese Hamad Hasan ha chiesto ai cittadini di lasciare la città nel minor tempo possibile. L’aria, divenuta tossica per effetto dell’esplosione, potrebbe creare danni, anche mortali, alle vie respiratorie.
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