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Coronavirus, cosa succederà a settembre? – I tre scenari e il piano dell’Iss per fronteggiare un’eventuale seconda ondata

07 Agosto 2020 - 11:01 Redazione
Il documento riservato stilato dall'Istituto superiore di sanità è stato visionato dal Corriere della Sera

Da mesi si parla di una seconda ondata di Coronavirus in autunno o in inverno. Ma cosa succederebbe se dovesse accadere davvero? A metterlo nero su bianco è un documento riservato, stilato dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, riportato dal Corriere della Sera. Linee guida che tengono conto della riapertura delle scuole e, dunque, di una possibile impennata del numero dei contagi.

I tre scenari possibili

Il primo scenario è quello della «trasmissione localizzata», ovvero una situazione sotto controllo con alcuni focolai in tutta Italia. L’obiettivo, in questo caso, è quello di tracciare i contatti dei positivi (come sta avvenendo in queste settimane, ndr). Il secondo scenario, invece, è quello di un peggioramento della situazione che, però, rimarrebbe gestibile dal servizio sanitario nazionale.

Il terzo scenario, invece, quello peggiore, ipotizza una seconda ondata con un numero elevato, e fuori controllo, di persone contagiate che arriverebbero in ospedale in gravi condizioni e che, in taluni casi, necessiteranno di posti in terapia intensiva.

La seconda ondata dunque è data dagli esperti non come probabile, ma comunque possibile. Per questo è necessario essere pronti anche allo scenario peggiore. La chiave in questo caso sarebbe di differenziare le risposte da zona a zona in base all’andamento dei contagi.

Le soluzioni

Favorire «il coordinamento con le Regioni», «monitorare costantemente la situazione» e assicurare la «garanzia di una comunicazione ufficiale» con dati affidabili che arrivino esclusivamente dalle Regioni. Il quarto punto, invece, riguarda un piano aggiornato costantemente su scuole e Rsa, trasformate, nel pieno della pandemia, in case della morte.

Infine gli esperti chiedono di prestare massima attenzione sia al numero di posti letto negli ospedali sia al rifornimento di mascherine per medici e infermieri. Non possiamo farci trovare impreparati.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/Filippo Venezia

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