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Coronavirus, il viceministro Sileri: «Il lockdown ha salvato 600mila vite». Salvini: «Conte ha sequestrato mezza Italia»

07 Agosto 2020 - 13:29 Redazione
Il viceministro alla Salute, in una intervista all'Huffington Post, ha rivendicato la scelta del Governo, ritenendo «necessaria una riapertura controllata e monitorata»

«Il lockdown totale ha salvato 600.000 vite in Italia secondo studi scientifici. Ho sempre detto che prima si chiudeva meglio era, così come ritengo necessaria una riapertura controllata e monitorata». Nelle ore in cui crescono le polemiche, dopo la desecretazione degli atti del Comitato tecnico scientifico, sulla decisione del Governo di istituire il lockdown totale, il viceministro della Salute, Pierlaolo Sileri, si è espresso chiaramente sul tema in una intervista all’Huffington Post. Sileri, che ha rivendicato la scelta del Governo, ha osservato come ci siano «delle aree in Europa dove il virus ha un numero di focolai maggiore e un numero di incidenza superiore al nostro, quindi è chiaro che serve il massimo controllo: la Norvegia in queste ore ha imposto la quarantena a chi proviene da Francia e altri paesi del vecchio continente». Sileri ha anche sottolineato come vadano «intensificati i controlli sul territorio almeno nei punti di arrivo per chi viene dall’estero». E sul tipo di controlli nei confronti dei Paesi stranieri il viceministro specifica: «I migliori sarebbero i controlli nel Paese di origine, ma siccome questo non avviene ovunque, è importante che chi arriva in Italia si sappia dove risiederà per essere eventualmente seguito e monitorato». Su una ipotetica seconda ondata il viceministro ha detto come si debba «stare a guardare cosa accadrà in Nord Europa a fine agosto con l’arrivo delle temperature più basse, così ci prepareremo ad affrontare il nostro autunno».

Albergatori e commercianti del Sud sulle barricate

Intanto cresce la rabbia di albergatori e commercianti del Sud, che tramite le associazioni di categoria potrebbero chiedere i danni allo Stato per le perdite subite. «Chiederemo con forza che i danni per un territorio come il nostro vengano risarciti, che emerga la responsabilità per avere fatto sprofondare la Sicilia in una drammatica e insanabile emergenza economica e sociale», ha detto al Messaggero la presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale di Federmoda Italia, Patrizia Di Dio. Anche molti ristoratori del Sud, che avvertono il rischio del fallimento, starebbero valutando l’ipotesi. Ma il via libera a una eventuale azione legale dovrebbe arrivare dal direttivo nazionale di Confcommercio. Anche qui dunque potrebbero emergere delle spaccature, tra Nord e Sud, all’interno dell’associazione di categoria. Nessuna class action per il momento. E si intuisce come molto potrà dipendere anche dall’eventuale ripresa economica, e dall’impatto delle misure di sostegno all’economia che il Governo sta mettendo in campo.

Salvini all’attacco

Intanto ad attaccare il Governo sulla scelta del lockdown nazionale è il leader della Lega Matteo Salvini: «Se io vado a processo il 3 ottobre per avere trattenuto poche decine di immigranti per qualche giorno su una barca, allora portiamo Conte e i suoi al Tribunale internazionale perché hanno sequestrato mezza Italia», ha detto da Perugia. Sul fatto che a marzo il Comitato tecnico propose di chiudere l’Italia a zone in seguito all’epidemia Covid, mentre il Governo decise per il lockdown totale ha detto: «Se così fosse sarebbe criminale».

Bonaccini: «Facile parlare dopo»

Mano tesa al Governo invece dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che durante un’intervista a La7 ha osservato come «parlare dopo è molto più facile che fare durante». «Mi interessa la vita reale più che la desecretazione degli atti – ha aggiunto il governatore -. E in caso, mi interesserebbe di più la desecretazione degli atti di terrorismo visto che attendiamo ancora la piena verità sulle stragi del 2 agosto o Ustica o altre stragi italiane». «Abbiamo passato giorni e notti tra Governo centrale e Regioni a provare a scrivere ordinanze, decreti, anche un po’ inventandoceli perché non avevamo grandi esperienze a cui attingere», ha spiegato Bonaccini. «Penso che questo Paese abbia reagito certo facendo errori: eravamo tutti impreparati, ma mi pare che l’Italia l’abbia gestita come poteva» e con risultati migliori di altre democrazie occidentali, ha osservato.

In alto: il mercato ortofrutticolo di Palermo con la merce al macero per mancanza di clienti (foto ANSA)

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