Riforma del Csm, cosa prevedono le nuove linee guida contenute nel Dl Agosto
«Abbiamo scardinato il sistema creato con le degenerazioni del correntismo. Questa riforma costituisce un passo importante per ricostruire la credibilità della magistratura agli occhi dei cittadini». Così il guardasigilli Alfonso Bonafede commenta le linee guida per la revisione del Consiglio superiore della magistratura contenute nel decreto Agosto, varato ieri sera dal governo. Una riforma che trova una sua giustificazione immediata nel caso Palamara – ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, accusato di corruzione – che ha scosso la magistratura, palesando in modo limpido e inconfutabile lo strapotere delle correnti su di essa.
Elezione a due turni, vietato eleggere figure politiche
Con la riforma cambieranno le modalità di elezione del Csm – presieduto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e composto da 27 membri, eletti per un terzo dal Parlamento e per due terzi dalla magistratura (tranne per i membri di diritto). Si passa così a un’elezione a doppio turno – verrà eletto al primo turno il candidato che ha ottenuto almeno il 65% dei voti – con liste che includono almeno 10 concorrenti. Cambia anche il numero dei consiglieri che torna ad essere 30: vale a dire 20 togati e 10 laici eletti dal Parlamento tra professori universitari in materie giuridiche e avvocati dopo 15 anni di esercizio professionale.
Per evitare le cosiddette “porte girevoli” tra politica e magistratura, i membri laici del Csm non potranno essere scelti tra componenti passati (negli ultimi due anni) e presenti del governo, delle regioni e delle province di Trento e Bolzano. Chi invece decide di lasciare la magistratura per la politica, non potrà riassumere la carica alla fine del mandato – compresi anche i sindaci nei Comuni con più di centomila abitanti. Inoltre, per garantire maggiore trasparenza, i componenti delle Commissioni saranno estratti ogni anno per sorteggio, mentre per contrastare il peso eccessivo delle correnti, verrà introdotto il divieto di costruire gruppi all’interno del Consiglio del Csm.
Quote rosa
La riforma prevede anche delle misure a favore della parità di genere. Al primo turno delle elezioni dei magistrati sarà possibile indicare fino a 4 preferenze, ma per chi indicherà più di un nome, dovrà alternare ad ogni nome di un uomo, quello di una donna. Per garantire maggiore rappresentatività, in ogni collegio almeno 5 su un minimo di 10 candidature dovranno essere di genere femminile. In mancanza di queste condizioni, si passerà all’estrazione.
Il «no» della Lega
Le misure previste nel decreto Agosto dovranno passare comunque dal Parlamento, dove si annuncia una discussione accesa. Rispondendo ai giornalisti ad Empoli, Matteo Salvini ha messo agli atti la sua contrarietà: «La riforma del Csm? Con Bonafede non si riformerà un bel niente – ha dichiarato il leader della Lega -. La separazione delle carriere e i processi veloci, oltre alla certezza della pena, li faremo noi quando torneremo al governo».
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