Coronavirus, così cinque deputati e un conduttore hanno ottenuto il bonus Inps da 600 euro. Di Maio: «Si dimettano»
Nonostante stipendi mensili di diverse migliaia di euro, a cui si aggiungono i rimborsi per il soggiorno a Roma più quelli per i trasporti, cinque deputati hanno fatto domanda all’Inps per ottenere l’assegno da 600 euro, poi elevato a mille, stanziato dal governo tra le misure anti-Covid. E lo hanno ottenuto. Così come un conduttore televisivo. A segnalare l’accaduto, come riporta la Repubblica, la direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, organo creato da Pasquale Tridico per individuare le truffe. In realtà, non c’è nulla di illegale nel comportamento dei sei. A marzo e aprile chiunque avesse una partita Iva, fosse professionista o appartenente a una delle categorie di autonomi prevista dai decreti Cura Italia e Rilancio poteva fare domanda. A maggio, poi, è stato introdotto il limite del calo di fatturato.
Infatti come si legge sul sito dell’Inps: «A tali indennità possono accedere, per marzo ed aprile, i liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione Separata e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità». Mentre per maggio, mese in cui l’assegno è salito a mille euro, «oltre alla partita Iva, attiva alla data del 19 maggio 2020, occorre dimostrare di aver subìto una perdita di reddito del 33% nel secondo bimestre 2020 rispetto al secondo bimestre 2019». Dunque nessuna truffa, ma quello che è certo è che i sei beneficiari non avevano bisogno di quell’indennità stanziata per aiutare gli italiani in difficoltà economica a causa del lockdown introdotto per contenere il contagio da Coronavirus.
Di Maio: «I deputati chiedano scusa e si dimettano»
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha attaccato i parlamentari che hanno chiesto il bonus di 600 euro. Ha chiesto loro di uscire allo scoperto e dimettersi: «I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore».
August 9, 2020
Una condanna che arriva anche dal Presidente della Camera Roberto Fico: «È una vergogna che cinque parlamentari abbiano usufruito del bonus per le partite Iva. Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre».
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