Il virologo Crisanti: «Il governo ha sbagliato sul lockdown generale. Bisognava chiudere solo la Lombardia»
Mentre Giuseppe Conte è sempre più bersagliato dall’opposizione per la scelta di istituire il lockdown generale e non isolare singole zone rosse – come suggerito dal Comitato tecnico scientifico – anche il virologo Andrea Crisanti commenta la decisione e condanna la scelta dell’esecutivo. «Mi dispiace, ma il governo ha commesso un errore chiudendo tutta l’Italia», dice in un’intervista al Messaggero.
Il capo della task force del Veneto afferma di aver suggerito già il 27 febbraio scorso di chiudere la Lombardia e mettere in sicurezza il resto del Paese. «”Mettere in sicurezza” significava individuare i singoli focolai e circostriverli, fare test a tappeto», non chiudere tutto, come poi ha fatto il governo, che per il virologo «ha preferito eccedere in cautela».
Per quanto riguarda presunte pressioni degli industriali che avrebbero fatto temporeggiare l’esecutivo davanti all’eventualità di chiudere il Nord, Crisanti risponde: «È legittimo che l’industriale faccia pressioni economiche, quello che non può accadere è che il governo ceda a queste pressioni».
Per quanto riguarda i nuovi focolai e il trend dei contagi che in Italia sembra essere in aumento, per il virologo «i focolai sono destinati ad aumentare sia per numero che per dimensioni». L’importante è agire in fretta per circoscriverli affinché «non ci sia una trasmissione diffusa sul territorio». «Questo dipende soprattutto dal comportamento dei singoli, e, in parte, anche dalla capacità del sistema sanitario nazionale di individuare nuovi focolai, facendo tamponi».
Per quanto riguarda il focolaio scoppiato proprio nella sua regione – quello nella ex Caserma «Serena», ora adibita a centro di accoglienza per richiedenti asilo e migranti – Crisanti ammette che la vicenda è stata gestita malissimo. «Bisognava separare i positivi, dagli altri. Invece la caserma è diventata una sorta di Diamond Princess, la nave da crociera in Giappone con oltre 700 positivi», dice. E anche se il focolaio ora è circoscritto, per il virologo non si tratta di un’attenuante: «Anche loro sono esseri umani».
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