Quella sporca cinquina, e gli altri
Lo scandalo è troppo grosso, e non possono esistere scusanti. Non può esserci una norma di privacy che impedisca di conoscere i nomi dei cinque parlamentari che hanno chiesto il bonus Covid dell’Inps. Gli eletti di Camera e Senato sono retribuiti più che adeguatamente con denaro pubblico, e oltretutto senza alcun obbligo di sospendere il lavoro che eventualmente svolgevano prima dell’elezione, o avendo diritto al distacco se dipendenti. I presidenti delle Camere hanno il dovere e l’interesse (a tutela della dignità delle due assemblee) di ottenere e rendere pubblici i loro nomi.
Tutti i capi dei gruppi parlamentari interessati dovrebbero prendere l’impegno di espellere chi si trovasse in quella sporca cinquina. Non si può imporre loro le dimissioni da parlamentari, ma l’isolamento sì. E lo stesso discorso vale per i consiglieri regionali e comunali, e ancora di più per sindaci e governatori: tutti sono stipendiati coi soldi che provengono dalle nostre tasse. E non si cominci a parlare per favore di gogna o di ipocrisia: nelle storie di cronaca quelli che rubano approfittando di una catastrofe vengono chiamati sciacalli. Va bene anche per loro cinque
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