Cani mangiati a Lampedusa dai migranti musulmani? Ecco cosa non quadra nella storia raccontata da Libero
L’hotspot di Lampedusa è un problema, da stato di emergenza, e man mano che passano i giorni vengono diffuse numerose storie e denunce da parte di singoli cittadini o politici. Il 7 agosto 2020 la testata Libero pubblica in prima pagina un articolo dal titolo «I migranti hanno mangiato i miei 4 cani» in cui una signora di nome Rosy avrebbe denunciato l’orribile vicenda. Ci sono alcuni dubbi in merito al racconto diffuso e per trovare alcune risposte utili ho chiesto il parere di alcuni esperti.
Indice:
L’articolo di Libero
Secondo Libero, sono quattro anni che la signora Rosy Matina, proprietaria di uno dei terreni confinanti con l’hotspot, sporge denunce senza ottenere nulla: «Negli anni ha raccolto centinaia di plaid, monnezza, cocci di bottiglie, escrementi. Ha dovuto fronteggiare un gruppo di dieci migranti ubriachi. Ma c’è anche di peggio. Le sono sparite galline, capretti e quattro cagnolini». Ecco, da qui la «sentenza» della signora sui cani: «Se li sono mangiati».
L’articolo di Libero viene accompagnato da foto e video pubblicati sui social dall’autore, Salvatore Dama, dove vengono mostrate delle ossa associate a uno dei cani della signora.
Le smentite del sindaco e Lav
A seguito dell’articolo di Libero è arrivata la risposta del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, il quale bolla la vicenda come «fake news» invocando l’ordine dei giornalisti in un comunicato pubblicato alle 15:26 dell’otto agosto 2020 nella sua pagina Facebook:
(comunicato stampa) Lampedusa, il sindaco Martello: “migranti mangiano cani”? Servono norme contro bufale e fake-news altrimenti il giornalismo muore
“Purtroppo il falso scoop inventato da Libero sui ‘migranti che a Lampedusa hanno mangiato cani’ continua a circolare alimentando il pericoloso gioco dei fomentatori d’odio e di chi fa delle crociate anti-immigrazione la propria bandiera di propaganda politica. Credo sia arrivato il momento per il nostro Paese di dotarsi di una seria normativa per fermare le bufale e le fake-news, con sanzioni esemplari non solo per chi le pubblica ma anche per chi contribuisce a diffonderle”. Lo dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, in riferimento ad un articolo pubblicato da #Libero nel quale si parla di migranti che a #Lampedusa avrebbero mangiato alcuni cani.
“Ormai sembra una gara a chi la spara più grossa – aggiunge il sindaco Martello – purtroppo però queste bufale provocano pesanti danni alla nostra isola, e di conseguenza all’economia locale.
Mi aspetto una decisa presa di posizione anche da parte dell’Ordine dei Giornalisti: non è possibile tollerare che ci siano ‘professionisti’ che pubblicano roba del genere, mortificando la categoria degli operatori dell’informazione che deve essere fondamentale per la diffusione di conoscenza e verità. Serve una disciplina capace di arginare squallide menzogne confezionate ad arte – conclude Martello – altrimenti il giornalismo muore”.
Oltre al sindaco è intervenuta anche l’associazione Lav, attenta in merito al fenomeno dei cani randagi nell’isola, interpellata da Giornalettismo:
«Dopo aver letto il titolo e l’articolo di Libero ho chiamato i vigili urbani per saperne di più – ha detto Veronica Bottino, che cura il progetto I cani di Lampedusa, ai microfoni di Giornalettismo -. Loro mi hanno detto che non hanno ricevuto alcuna segnalazione di questo tipo negli ultimi giorni». Insomma, secondo quanto siamo riusciti a carpire da una persona che lavora per tutelare il benessere e la salute dei cani sull’isola siciliana, non è stata effettuata alcuna denuncia di sparizione o uccisione di cani.
Nessuna segnalazione in merito alle autorità, una situazione che va in contrasto con l’articolo di Libero in cui si sostiene che sono quattro anni che la signora Rosy denuncia episodi sulla sua proprietà.
La replica delle autrici
Presenti, insieme a Salvatore Dama, c’erano anche la giornalista Chiara Giannini e Francesca Totolo. Entrambe, di fronte alle critiche e accuse di «fake news» da parte del sindaco di Lampedusa, si sono difese sostenendo di aver mostrato le immagini e di credere al racconto della signora Rosy. Ecco la riposta della giornalista:
Il sindaco di Lampedusa parla di falso scoop e invoca l’Ordine dei giornalisti. Non vedo l’ora che ci chiamino per mostrare loro i video! Poi vediamo se si tratta di una fake news! La verità spacca i ponti! L’accoglienza non si può toccare, sindaco? Vada a vedere il terreno di Rosy’ E si vergogni!
Francesca Totolo, invece, ha risposto in due modi: attraverso un video e pubblicando una denuncia fatta dalla signora Rosy che vedremo nel dettaglio in un secondo momento. Ecco la trascrizione di una parte del video in cui viene attribuito il profilo religioso agli accusati e altro ancora che vedremo in questo articolo:
Gli hanno arrostito pure le bestie. Come abbiamo potuto documentare, abbiamo comunque tutti e tre noi pubblicato i video, a lei praticamente le sono rimasti soltanto i maiali che come sapete, per la religione musulmana, il maiale è un animale impuro quindi non si può mangiare. Gli hanno completamente ammazzato e grigliato, ci sono pure le griglie e si vedono nel video, le galline, le capre e pure quattro cagnolini. Vi abbiamo fatto vedere le ossa. Non so se forse la Caponnetto di Rainews, la Napoli di Sky o Nello Scavo di Avvenire vogliono venire qua con il RIS di Parma per documentare che quelle sono le ossa di uno dei suoi quattro cagnolini. Infatti, adesso ne ha altri due di cagnolini e se li porta tutte le sere a casa perché ha paura che facciano la stessa fine.
Sono stati dei musulmani?
Qualcosa non quadra nella storia raccontata. La signora Rosy racconta che sarebbero stati mangiati diversi animali, cani inclusi, tranne i maiali. Come ben sappiamo, tale animale è ritenuto impuro nella religione musulmana come ricorda anche un secondo articolo di Libero dell’otto agosto 2020:
Nel 2018 Rosy ha sporto denuncia ai carabinieri: «Avevo venticinque galline, me le hanno mangiate tutte. Pure i capretti. Stessa fine. I maiali no. Ne ho quattro. Quelli non li toccano». I musulmani non mangiano la carne suina. Per la loro religione è impura.
Siamo sicuri che il maiale sia vietato nell’alimentazione musulmana, ma anche il cane è un animale impuro e pertanto non può essere consumato.
C’è da dire che solo in casi di carestia potrebbero mangiare carne di maiale, ma non rientra nel caso dei migranti a Lampedusa perché, seppur in determinate condizioni e quantità, hanno comunque di che mangiare. Non conoscendo eventuali sfumature della religione islamica, ho chiesto un parere al prof. Davide Suleyman Amore, storico delle religioni, il quale mi inoltra la frase:
Il Profeta, Sallallahu ‘alayhi wa-Sallam, ha proibito la carne degli animali predatori carnivori che non pascolano e si cibano di erba e foraggio, cane incluso.
Davide mi spiega che per la Shari’a l’unica carne commestibile è quella dell’animale macellato secondo le regole halal. Di conseguenza, risulta proibito mangiare qualsiasi animale ritenuto lecito se non macellato secondo le regole. Infine, se fossero stati effettivamente dei musulmani a consumare tali cose non avrebbero avuto alcuna remora nel mangiare anche dei maiali.
Nei racconti, infine, si ritiene che i migranti avrebbero bevuto e si sarebbero ubriacati. Visto che i musulmani non dovrebbero bere alcolici risulta strano che i presunti colpevoli siano identificati con tale religione. Valutando gli elementi a disposizione, si potrebbe pensare che i migranti non sarebbero stati in grado di prelevare un maiale dalla proprietà della signora Rosy rispetto a qualsiasi altro animale di piccole dimensioni, come le galline, sicuramente più facile da catturare e trasportare.
Quando sarebbe accaduto?
Non è affatto chiaro, fin dall’inizio, quando sarebbero stati prelevati e mangiati i 4 cani della signora Rosy. Su Libero, nel secondo articolo dell’otto agosto, leggiamo:
«Mi sono spariti anche quattro cani. Li hanno mangiati. Cucinati. Arrostiti». A conferma del barbecue canino, Rosy mostra i resti del banchetto. «Qui hanno spellato il cane. E lì ci sono ancora i resti». La donna prende una pietra appuntita e, in mezzo all’erba, seleziona alcuni resti dell’animale. Si vedono le ossa della mascella e della spina dorsale.
Neanche dal video si comprende una data precisa, ma si parla di una denuncia fatta a seguito della scomparsa dei cani (minuto 4:12 del video pubblicato da Salvatore Dama su Facebook):
Quando c’è stato il danno grosso che loro si sono spelati i cani, mangiato i capretti e le galline, io ho fatto la denuncia.
L’unica denuncia riportata dalle protagoniste dei video è quella del 2018 dove non vengono menzionati in alcun modo i cani, ma solo 2 suini e 24 galline dove solo queste ultime sarebbero state rubate e mangiate: nel documento si legge un chiaro “titolo” in stampatello «furto di volatili e danneggiamento». Ecco quanto riportato nella denuncia diffusa online:
All’interno della suddetta proprietà possiedo nr. 2 capi suini, regolarmente registrati, e nr. 24 galline, non ancora registrate, poiché acquistate da circa 15 gg. e quindi sono in attesa del veterinario dell’ASP di Palermo per la regolare registrazione, che a giorni si recherà sull’isola.
Ieri, in data 08.01.2018 alle 17:30 circa, recatami presso la suddetta proprietà, constatavo l’assenza dei suddetti volatili, e la presenza di coperte, materassi, pentole, braci, bottiglie di alcolici e porzioni e scatole di cibo monodose, nonché la presenza di piume di galline, che dimostrano appunto, che i migranti ospiti dell’adiacente Hot Spot di Lampedusa hanno bivaccato all’interno della mia proprietà, deturbandola, e cibandosi dei miei animali.
Da una parte la signora Rosy afferma di aver denunciato alle autorità il caso dei cani, dall’altra viene mostrata una denuncia del 2018 dove non si fa alcun riferimento. Se non è questo il «danno grosso» citato nel video dobbiamo pensare che si tratti di un caso denunciato successivamente? Secondo quanto riportato da Francesca Totolo in un suo video, a seguito della denuncia del 2018 la signora Rosy non ne ha presentato altre:
Volevo rispondere innanzitutto al sindaco Martello, di Lampedusa, che ha detto che quella dei cani è una “fake news”. Io adesso ho pubblicato anche la denuncia che è stata fatta dalla signora Rosy nel 2018. La stessa non ha più fatto denuncia perché è completamente disillusa dalla giustizia italiana e dalle istituzioni che non le sono state vicine.
I dubbi sulle ossa
Ho chiesto qualche parere in merito alle ossa, a persone competenti nel loro settore, per comprendere se a prima vista si possa parlare di resti di un canide. Per questo ho contattato due esperti in resti scheletrici: il prof. Francesco M. Galassi (prof. associato Flinders University, paleopatologo) e la dott.ssa Laura Landini (archeozoologa specializzata, FAPAB Research Center, Sicilia).
Dalle immagini si potrebbe parlare di ossa di canide, ma ci vorrebbe un’analisi in laboratorio per avere assolute certezze. Detto questo, uno dei dubbi riguarda il colore delle ossa: nel caso di un avvenimento recente, queste non avrebbero un colore così spiccatamente bianco.
Probabilmente si tratta di ossa alterate nel tempo dalle condizioni ambientali, in particolare dalla luce solare, a tal punto da farle ottenere tale colore e pulizia. Questo scenario appare il più plausibile, considerando i racconti della signora, il che porterebbe a pensare che i resti scheletrici dell’animale si trovino in quel luogo da molto tempo prima della odierna crisi migratoria nell’isola. C’è, però, un altro e ultimo elemento curioso riscontrato dai due esperti.
Nell’immagine sopra riportata è ben visibile una colonna vertebrale che appare articolata, una situazione che non combacia con quella di un animale bollito o cucinato alla brace (o grigliato) siccome verrebbero meno le cartilagini e i legamenti e, inoltre, mancano segni di combustione.
Conclusioni
La signora Rosy fa intendere in video di aver denunciato dei migranti per aver rubato e mangiato i suoi cani, ma tale riferimento non è presente all’interno della denuncia da lei presentata nel 2018 (anno in cui vengono ricondotti i presunti fatti). In mancanza di una segnalazione alle autorità non si può dar torto al sindaco di Lampedusa o all’associazione Lav per i loro interventi nei confronti della vicenda raccontata da Libero. Sebbene la signora Rosy sostenga che quelli mostrati siano i resti di un suo cane, l’elemento della colonna vertebrale notato dagli esperti pone il dubbio sul fatto che si tratti un animale grigliato o bollito. Risulta difficile che gli accusati siano musulmani in quanto – secondo i racconti – si sarebbero ubriacati e avrebbero mangiato un animale proibito con modalità proibite da tale religione. Risulta, infine, difficile risalire all’identità dei resti rinvenuti dalla signora e mostrati in video siccome, visto il fenomeno del randagismo presente anche nell’isola italiana, potrebbe trattarsi di un altro canide.
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