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Sarah Scazzi, il delitto di Avetrana diventa una serie tv e un documentario

10 Agosto 2020 - 21:53 Redazione
Dieci anni fa, il 26 agosto 2010, Sarah Scazzi veniva uccisa ad Avetrana: dopo essere uscita di casa per andare al mare con sua cugina Sabrina, non vi ha più fatto ritorno

L’annuncio è di oggi, 10 agosto. A dieci anni dalla morte di Sarah Scazzi, la vicenda è stata riportata alla luce con il libro Sarah – La ragazza di Avetrana di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni. I diritti del testo sono stati acquistati dalla casa di produzione cinematografica Groenlandia, che ha in mente di far diventare la storia della quindicenne che nel 2010 fu uccisa in famiglia due progetti cinematografici distinti.

Il primo riguarderà una serie tv diretta da Pippo Mezzapesa (già regista di Il bene mio e Il paese delle spose infelici). Il secondo riguarderà un documentario diretto da Christian Letruria e scritto dagli stessi Piccinni e Gazzanni. Saranno entrambi made in Groenlandia da Matteo Rovere – regista e sceneggiatore: tra i suoi lavori Veloce come il ventoIl primo re, Smetto quando voglio, Il campione.

La vicenda

Il 26 agosto 2010, Sarah Scazzi veniva uccisa nella sua cittadina natale, Avetrana, in provincia di Taranto: dopo essere uscita di casa per andare al mare con sua cugina Sabrina, non vi ha più fatto ritorno. La sua morte ha innescato un processo mediatico di proporzioni enormi, tanto da rendere la sua storia oggetto di interesse nazionale. La sua famiglia – in particolare la madre, il padre, il fratello, la zia, lo zio e la cugina – per mesi hanno catalizzato l’attenzione di giornali e televisioni. Un caso su cui ancora oggi aleggiano alcuni misteri.

Il delitto ha portato alla colpevolezza di Sabrina Misseri (la cugina) e Cosima Serrano (la zia). Le due, il 21 febbraio 2017, sono state condannate dalla Corte suprema di cassazione all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Lo zio, Michele Misseri, condannato invece per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, continua a sostenere di essere stato lui a commettere l’omicidio.

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