UAU, l’app che combatte le spiagge affollate della Sardegna. I giovani ideatori: «Dalla paura è nata una possibilità»
«UndiAndemU?» Dove andiamo? Una domanda nel dialetto della loro terra, che tre giovani ragazze de La Maddalena, noto arcipelago della Sardegna, si sono poste quando, all’inizio della loro estate, la prospettiva di vacanze anomale causa Covid-19, dipingeva spiagge di cabine in plexiglas.
La soluzione del plexiglas non ha preso piede ma il problema delle spiagge affollate è rimasto. E mentre i medici continuano a ribadire l’importanza del distanziamento anche nei lidi balneari, loro hanno fondato UAU. Un’applicazione, tra le prime in Italia, concepita per la gestione dei flussi di bagnanti sulle spiagge libere. Una guida in tempo reale su quale destinazione scegliere in base al livello di occupazione delle coste.
Tre simboli di diverso colore corrispondenti ai tre criteri di segnalazione. Il rosso per indicare le spiagge che hanno raggiunto la capienza massima, l’arancione per un affollamento a rischio, e il verde quando andare in spiaggia «non è un problema», come si legge nella mappa interattiva messa a disposizione dall’app. Un metodo semplice quanto efficace che, in pochi mesi di vita, ha riscosso partecipazione ed entusiasmo da parte di cittadini e turisti.
Nessuna raccolta dati, «nessun intento tranne quello di promuovere il territorio in cui siamo nati, facilitandone la frequentazione turistica», racconta Eleonora Amoroso, una delle fondatrici di UAU, e nella vita guida ambientale. «UAU è un consiglio di sicurezza e di gestione sostenibile del nostro territorio», spiega, sottolineando come, oltre alle indicazioni sulle spiagge libere, ci siano riferimenti alle iniziative sostenibili del territorio, alle associazioni locali, alle escursioni organizzate, «un consiglio a 360 gradi per un turismo che ha necessità di ripartire».
Il team delle tre ragazze si è presto allargato. Sono in sette ora a prendersi cura dell’idea mettendo in campo l’energia e la passione per un territorio che «nonostante i timori del periodo non va abbandonato».
La tutela delle restrizioni legate al Covid è la priorità, ma anche quella legata al turismo sostenibile e al rispetto delle coste rimane una prerogativa importante per i sette ragazzi di UAU. «Una doppia funzione», spiega Eleonora con entusiasmo, «che può aiutare come vero e proprio centro di informazione turistica», continua. Un collante anche per le diverse attività culturali del luogo. Geolocalizzandosi, UAU permette di scoprire curiosità, realtà museali, storie di palazzi e murales che arricchiscono l’entroterra.
«Dalla paura, una possibilità»
«Dalla paura è nata una possibilità», la frase della co-fondatrice riassume a pieno le idee di soluzioni che nel difficile periodo di pandemia sono nate lungo tutta la penisola. Visto l’entusiasmo della risposta, i ragazzi di UAU sperano di ampliare il loro database, per ora riferito alle spiagge dell’Arcipelago de La Maddalena, con altre località sarde e magari anche fuori regione.
«Gli equilibri degli ecosistemi che ci circondano vanno tutelati con tutti gli strumenti che possiamo avere a disposizione, anche con un’app di condivisione», spiega Amoroso. La guida ambientale conosce bene le difficoltà che il settore ha subìto nel periodo lockdown e che ancora adesso percepisce come strascichi. «Planet, People e Profit», tre parole che Eleonora descrive come strettamente interconnesse.
«Il pianeta, le persone e le dinamiche di profitto che mandano avanti il sistema globale sono inevitabilmente connessi», spiega. «E in quest’ultimo periodo ce ne siamo accorti più che mai. Il mondo si è fermato e il potenziale di ripresa ambientale che ne è conseguito – conclude – non può non essere considerato».
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