Coronavirus, brevettato in Italia il primo filtro al mondo in grado di uccidere Sars-Cov-2 al chiuso
Sanificazione dell’aria e Covid-19: un’associazione fatta spesso negli ultimi mesi, tra la ricerca di norme adatte alla sicurezza di locali e attività commerciali e le ipotesi scientifiche sui climatizzatori, possibili facilitatori di contagi. Il dibattito continua, così come le ricerche in merito: una fra tutte, quella annunciata dalla start up italiana Nanohub.
Un filtro, il primo al mondo, per i sistemi di trattamento di aria indoor in grado di inattivare il SARS-COV-2. È un brevetto tutto italiano, testato nel laboratorio della dottoressa Elisa De Vincenzi, capo dell’Unità di Patogenesi Virale e Biosicurezza dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
Si tratta di un filtro la cui tecnologia è in grado di inattivare in soli 10 minuti un’elevata carica virale infettiva, 15mila particelle di partenza, pari al 98,2%. In 20 minuti può arrivare a inattivare oltre il 99,8%, fino al 100% di carica virale entro i 30 minuti. «La qualità dell’aria negli ambienti chiusi svolge direttamente o indirettamente un ruolo di primo piano per il benessere delle persone, soprattutto in un contesto pandemico come quello che stiamo vivendo», spiegano i ricercatori del team.
«Non trattiene il virus ma lo distrugge»
Il brevetto unisce alla tecnologia di base del reattore fotocatalitico, un tessuto antibatterico e antivirale. Nell’applicazione del filtro alla sanificazione dell’aria negli ambienti chiusi, l’idea sviluppata permette di distruggere e/o inattivare le sostanze nocive, compresi i virus, non comportando nessun tipo di rischio o danno alle persone presenti nell’ambiente.
«Si tratta di una parziale diminuzione per quanto riguarda l’RNA virale, ma un’abolizione completa dell’infettività di SARS-CoV-2» spiegano i ricercatori nello studio, sottolineando come rispetto a tutte le soluzioni di sanificazione utilizzate finora, quella di Nanohub è l’unica testata direttamente su SARS-CoV-2 . Non solo. «Il filtro non trattiene il virus ma ha la capacità di inibire la carica infettante», una differenza che gli sviluppatori presentano come la chiave per «poter tornare alla normalità in negozi, scuole, uffici ma anche ospedali, strutture per anziani, industrie e trasporti».
«Una rivoluzione nel settore», racconta Stefano Perboni, Ceo di Nanohub. «Un passo avanti per la qualità dell’aria negli ambienti in cui viviamo e nella relativa lotta alla pandemia di SARS-CoV-2».
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