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Il nuovo decreto sull’emergenza Covid non consente un lockdown nazionale? Non è affatto così, al momento

11 Agosto 2020 - 17:46 David Puente
Secondo alcune testate il decreto del 30 luglio impedisce al Governo di attuare un lockdown nazionale, ma non è così

Il 5 agosto 2020 alcune testate giornalistiche (come Fanpage, TGCom24 e Ansa) hanno diffuso la notizia secondo cui il nuovo decreto sull’emergenza Covid-19 non consentirebbe al Governo un altro lockdown nazionale. Il tutto sarebbe dimostrato da un emendamento interpretativo presentato alla Camera, ma già da questa informazione possiamo comprendere che c’è qualcosa che non quadra.

Stiamo parlando del nuovo decreto sull’emergenza Coronavirus del 30 luglio 2020, quello noto per aver prorogato lo stato di emergenza per il Coronavirus fino al 15 ottobre 2020. Attualmente, tale provvedimento è immutato dalla data della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale e non risultano emendamenti che lo abbiano modificato.

Il decreto legge deve essere convertito in legge attraverso l’approvazione in Parlamento di un disegno di legge apposito. L’iter parlamentare dovrebbe essere ben noto, e in merito agli emendamenti questi devono essere prima approvati in commissione e poi in Parlamento (dove possono essere modificati o bocciati). Solo dopo l’approvazione del disegno di legge da Camera e Senato questo viene pubblicato, come legge avente valore, nella Gazzetta Ufficiale.

Al momento, il disegno di legge «Conversione in legge del decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, recante misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020» (2617) risulta ancora nella sua «fase embrionale» e qualsiasi emendamento o proposta di modifica non ha alcun valore.

Lo stato attuale del disegno di legge di conversione del decreto.

Gli emendamenti sono tanti in Parlamento, quale sarà mai quello che avrebbe introdotto un impedimento per un lockdown nazionale? Nell’articolo pubblicato da Il Dubbio, dal titolo «Basta lockdown: in caso di nuova chiusura servirà un decreto ad hoc», troviamo le informazioni di cui abbiamo bisogno:

Dopo le polemiche degli scorsi giorni arriva il chiarimento. Se dovesse diventare necessario ricorrere nuovamente a misure altamente restrittive delle libertà, come già avvenuto tra marzo e maggio, ci sarà bisogno di un nuovo decreto ad hoc. È quanto prevede il testo dell’ultimo decreto varato dal Consiglio dei ministri con cui il governo ha prorogato lo stato di emergenza fino a metà ottobre, così modificato da un emendamento bipartisan. A riferirlo è il costituzionalista Stefano Ceccanti, deputato del Pd, che spiega: «In commissione Affari Sociali è stato approvato poco fa un emendamento che aggiunge al decreto sulla proroga dello stato di emergenza un importante articolo 1-bis, che riformula un emendamento bipartisan proveniente dal Comitato per la Legislazione. Secondo questo testo le disposizioni del decreto 19 (il primo decreto che ha stabilito il lockdown nazionale) che prevedevano limiti molto forti ai diritti e all’autonomia regionale, si applicano solo in quanto compatibili col successivo decreto 33, che invece aveva allargato le maglie».

Dal sito della Camera è possibile visionare l’emendamento attraverso il resoconto della seduta del 5 agosto 2020 in Commissione Affari Sociali alla voce «Proposte emendative approvate».

Conclusioni

Sostenere che attualmente il decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, non permetta al Governo di applicare un altro lockdown nazionale non risulta corretto, in quanto si parla soltanto di un emendamento che come tanti deve prima passare per le aule del Parlamento, dove potrebbe essere ulteriormente modificato ed eventualmente bocciato dallo stesso. C’è da dire che l’emendamento risulta essere sostenuto dalla maggioranza e, come spiega il deputato Ceccanti, sarebbe addirittura «bipartisan», una condizione molto favorevole per la sua eventuale futura approvazione.

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