Ancora razzismo a Marsala: ecco il «branco che caccia i ragazzi neri dal centro storico al grido di “Prima gli italiani”»
Vivere a Marsala, nel Trapanese, in Sicilia, se hai la pelle nera, deve essere diventato un incubo. L’ultimo episodio di razzismo, l’ennesimo, è stato registrato tra sabato e domenica, intorno alle 4 di notte. Un ragazzo africano, stando a una prima ricostruzione, sarebbe stato accerchiato da un gruppo di giovani italiani: uno di loro lo avrebbe preso a calci e pugni, lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Un pestaggio violentissimo che la vittima non ha trovato il coraggio di denunciare: attorno a lui si sarebbe formato persino un “cordone” di sicurezza per evitare che qualcuno potesse intervenire a sua difesa. «Così imparate a rispettare gli italiani», gli avrebbero detto.
Cosa sta succedendo a Marsala
Un clima di terrore e razzismo – ci confidano più fonti – che adesso la presidente provinciale del Pd di Trapani, Valentina Villabuona, ha deciso di denunciare pubblicamente insieme all’avvocato penalista Marco Campagna. Anche perché di episodi di razzismo, nel Trapanese, ce ne sono già stati parecchi. E il clima che si respira non è dei migliori. «C’è un gruppo organizzato di estrema destra, di fascisti, che prova ad allontanare i ragazzi neri dal centro storico, soprattutto durante le serate della movida», ci dice Valentina Villabuona. «Ci hanno raccontato che vengono spesso provocati e infastiditi. “Ve ne dovete andare, prima gli italiani” hanno detto loro in più occasioni. C’è paura».
Svastiche, croci celtiche e frasi razziste
E, come denunciato da Open, non è la prima volta che accade. Succede all’Antico mercato di Marsala, quando è stato negato l’accesso a un gruppo di ragazzi africani con un “no, non potete entrare in discoteca” nonostante i giovani avessero già pagato il ticket. Si passa poi dalle svastiche alle croci celtiche, dalle scritte sui muri “No Floyd, no party” (il 46enne afroamericano ucciso dalla polizia negli Usa) a quelle inneggianti Luca Traini, l’estremista di destra che ha sparato contro un gruppo di immigrati a Macerata. Ma ci sono anche le frasi sui muri contro la ministra Teresa Bellanova e persino gli insulti pubblicati su Facebook: «Caccia ai neg*i di merda, recuperiamoli, diamogli una zattera e abbandoniamoli nel canale di Sicilia».
«Ci sono delle responsabilità politiche precise. I mandanti dei tanti, troppi, episodi di razzismo che si ripetono quotidianamente in Italia hanno nomi e cognomi precisi, ha scritto l’europarlamentare Pietro Bartolo, meglio conosciuto come il medico di Lampedusa che ha soccorso migliaia di migranti sbarcati sulla piccola isola siciliana. «Bisogna fermare questa semina di odio che porta solo acqua a certi mulini elettorali».
Foto in copertina di repertorio: dal video-denuncia pubblicato su Facebook da un giovane africano a cui è stato negato l’accesso all’Antico mercato di Marsala
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