Viviana Parisi, tutte le ipotesi ancora aperte sulla morte della dj di Caronia. Il suocero: «Era molto turbata»
«Le lesioni sono compatibili con una caduta». È questo l’unico elemento certo per ora disponibile emerso dall’autopsia sul corpo di Viviana Parisi, la donna di 41 anni trovata morta tre giorni fa a Caronia, in Sicilia. Torna dunque plausibile l’ipotesi che Viviana si sia buttata – o sia caduta – dal traliccio dell’Enel sotto cui è stata ritrovata senza vita cinque giorni dopo essere uscita di casa con il figlio Gioele. Del bambino di 4 anni si sono però perse le tracce. Da giorni gli uomini della forestale sono al lavoro per ritrovare il piccolo.
La pista del suicidio
Sulla vita di Viviana Parisi ora emergono nuovi dettagli. Racconti che potrebbero essere utili per delineare nuove ipotesi. «La signora aveva dei problemi», ha detto Pietro Venuti, legale del marito della dj, senza però entrare nello specifico. «Anche il marito – ha aggiunto il penalista – vuole sapere la verità come tutti. Lui è distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non è stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti, ma noi abbiamo fiducia nella magistratura».
Il suocero della 41enne, Letterio Mondello, ha confermato che «da quando c’è stato questo maledetto virus, Viviana era molto turbata», tanto che «è stata anche ricoverata», ma «era dolcissima, brava e non lasciava mai il bambino». Da qui gli inquirenti non escludono la pista del suicidio. Ma tutte le altre rimangono aperte.
Su un presunto ruolo del marito nella morte di Viviana, il suocero non teme un coinvolgimento del figlio: «Non ho paura che Daniele venga coinvolto nelle indagini – ha detto – perché non ha fatto niente. È una bravissima persona, e ora sta malissimo. Io ho un’idea di questa vicenda, ma non dico niente». L’uomo dice poi di avere un amaro presentimento sul nipote: «Se spero di rivederlo vivo? No, io penso di no dopo tanti giorni».
I testimoni e l’ipotesi omicidio
Sulla morte di Viviana Parisi i buchi nelle indagini sono ancora molti. Ci sono quei 22 minuti tra l’uscita dall’autostrada a Sant’agata Militello e poi il proseguo del viaggio verso Palermo. Una domanda su tutte è se Gioele fosse con lei o meno al momento dell’incidente nella galleria. Ed è quì che alcuni dicono la donna «si sia allontanata dalla macchina e abbia scavalcato il guardrail con un bambino in braccio». Ma quei due testimoni sono spariti e a loro fa appello il procuratore Cavallo: «Chiunque abbia visto qualcosa utile alle indagini parli».
«Hanno fatto un’opera meritoria a fermarsi, per vedere se qualcuno avesse bisogno di essere soccorso – ha sottolineato il pm – adesso parlino con noi perché è una testimonianza importante per chiarire se Gioele era con la madre o no». Qualcuno potrebbe aver seguito la donna da Sant’Agata Militello per questo gli investigatori stanno visionando tutte le telecamere e i sistemi di videosorveglianza del paese del litorale Tirrenico del Messinese. Ma la vicenda rimane un giallo: «Abbiamo dei dati che vanno studiati e attenzionati – ha concluso il perito della Procura – lavoreremo ad esclusione fino ad accertare con certezza la causa e l’epoca della morte».