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Coronavirus, Bob Sinclar contro le misure anti-contagio in discoteca: «La gente vuole divertirsi»

13 Agosto 2020 - 13:35 Redazione
Il celebre dj francese dopo le polemiche sul suo tour in Italia: «Non puoi chiedere a chi ama ballare di mantenere la distanza dagli amici». E sulla movida si dividono anche Governo e Regioni

Niente mascherina, nessun distanziamento sociale. Ma per uno dei dj più conosciuti al mondo, non ci si può indignare. «Come puoi chiedere a chi ama ballare di mantenersi a una certa distanza dagli amici?». Bob Sinclar risponde così alle polemiche sugli assembramenti dopo il polverone nato dalla pubblicazione di alcune immagini del suo tour in giro per l’Italia. Nelle foto e nei video, si vede il dj francese impegnato a fare musica in consolle: sotto di lui, una folla senza mascherina, tutt’altro che preoccupata di rispettare le misure anti-contagio da Coronavirus.

«Quella del clubbing è una comunità planetaria che è unita dall’amore per la musica. Il distanziamento sociale è l’opposto di quello che significa stare insieme. La regola è “goditi l’attimo”. Non ho un consiglio migliore», dice Sinclar in un’intervista rilasciata oggi, 13 agosto, a La Repubblica. L’idea che il settore possa sospendere la propria attività per via della pandemia, per Sinclar, è fuori discussione.

«L’intera economia dell’industria dell’intrattenimento è in pericolo. Un sacco di gente vive lavorando in questo mondo: artisti, tecnici, baristi. Come possono vivere senza lavorare? Chiudere le discoteche per l’inverno sarà un disastro non solo per l’economia, ma per lo stile di vita di tutti», dice.

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A rischio, secondo il dj, sarebbe anche il benessere dei cittadini: «Il nostro umore è al minimo, non è il momento giusto per togliere alla gente la libertà di ballare». Sinclar definisce quelli del lockdown «mesi durissimi» e, sostiene, proprio per questo motivo la gente ha bisogno di divertirsi. «Sono serate bellissime, abbiamo limiti sul numero delle persone e molti controlli, ma la voglia di ballare della gente non viene mai meno».

La stretta sulle discoteche divide Governo e Regioni

A livello politico, la questione della movida divide Governo e Regioni. L’esecutivo vorrebbe dare un’ulteriore stretta, ma i governatori – quasi la metà – non ci stanno. Una nuova serrata sarebbe devastante per un settore che poco a poco sembra riprendersi dopo lo stop forzato degli scorsi mesi, dicono i governatori. La decisione verrà presa solo domani, 14 agosto, quando saranno resi pubblici i dati epidemiologici, e si vedrà se nel Paese si sta effettivamente riscontrando una nuova impennata di positivi.

Solo ieri i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia si sono dati appuntamento con il collega dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per discutere sul da farsi. «Abbiamo invitato i governatori alla massima vigilanza e a rivedere le deroghe concesse quando la situazione epidemiologica era più favorevole – ha spiegato Boccia – Ci sono stati ripetuti focolai e siamo preoccupati. Anche perché queste serate non avvengono solo nelle discoteche e il rispetto delle misure non è facile».

Un settore che vale 400 milioni di euro

L’idea del Governo è di chiedere più controlli; se però i contagi dovessero aumentare esponenzialmente si valuterebbe la chiusura degli esercizi – come già accaduto in Sardegna. In caso di chiusura, i gestori otterrebbero un aiuto economico dallo Stato. Quello delle discoteche è un settore che vale circa 400 milioni di euro di fatturato. Circa 3.500 locali hanno riaperto dopo il lockdown di marzo, per un totale di 25mila lavoratori.

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