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Coronavirus, Lopalco: «Rischiamo una seconda ondata. Il 47% dei contagiati rientra dalle vacanze» – L’intervista

13 Agosto 2020 - 22:55 Fabio Giuffrida
A Open parla l'epidemiologo a capo della task force pugliese per l’emergenza Covid. «Il virus non ha perso carica virale»

«Se lasciamo correre, rischiamo davvero una seconda ondata. Adesso il nostro obiettivo è bloccare i focolai e rallentare la circolazione del Coronavirus». A parlare a Open è il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa a capo della task force pugliese per l’emergenza sanitaria. Oggi, in Italia, 6 morti e oltre 500 contagi.

«Siamo ancora in piena pandemia. Abbiamo meno casi gravi perché l’età media dei contagiati si è abbassata, non perché la carica virale è inferiore. E poi basta puntare il dito contro qualcuno, basta con questo atteggiamento da tifoseria, non serve dare la colpa ai giovani o ai migranti. Ognuno deve fare la propria parte e dobbiamo allearci contro il virus».

«Il 47% dei contagiati rientra dalle vacanze»

Il virus non è cambiato affatto e l’estate non ci ha aiutato. Ne è convinto Lopalco secondo cui il vero problema adesso sono soprattutto gli italiani che tornano dalle vacanze all’estero: «In Puglia (dove è scattato l’obbligo della mascherina all’aperto e in discoteca, ndr) nelle ultime due settimane il 47% dei contagiati rientra da Malta e Grecia». Riflettori puntati anche sulle discoteche dove molti giovani «si ammassano» e non rispettano il distanziamento sociale. Proprio Open ha raccontato il caso dei nove ragazzi tornati positivi da Malta dopo il viaggio di maturità. I contagi sociali avvengono soprattutto tra «giovani coetanei» spiega l’epidemiologo.

«Evitiamo lo tsunami»

L’augurio è che «non debba esserci un secondo lockdown» e il consiglio, quasi un appello, è quello di frequentarsi in piccoli gruppi, viaggiare il meno possibile, restare comunque in Italia ed evitare, ad esempio per il Ferragosto, di affollare le spiagge con tende e falò (già vietati da alcuni comuni). «Le onde di oggi sono quelle di una mareggiata. Se siamo bravi a contenerle, probabilmente non svilupperanno lo tsunami» conclude.

Foto in copertina di repertorio

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