Furbetti del bonus, il grillino Rizzone non ci sta: «Immorale io? Gli immorali sono gli evasori (tutelati dalla privacy)»
Prima il post su Facebook, dove il primo aprile rivelava come la procedura per chiedere il bonus fosse velocissima. Ora il pentastellato Marco Rizzone, dopo essere stato deferito al collegio dei probiviri per il caso “furbetti” dell’Inps – e aver quindi intascato il bonus previsto per gli autonomi in crisi a causa della pandemia di Coronavirus – rompe il silenzio e dà la sua versione dei fatti.
«Eccomi qua, io sono pronto a metterci la faccia e ad assumermi le mie responsabilità, ma devo anche a mettervi in guardia da chi vi sta gettando fumo negli occhi», scrive il pentastellato su Facebook. «Usano me per prendervi in giro. Io voglio andare fino in fondo sulla questione morale di chi ha preso il bonus», premette il deputato che chiarisce: «Se avessi voluto intascarmi dei soldi non mi sarei di certo tagliato più di 40mila euro del mio stipendio da parlamentare, che invece ho donato per varie cause. Non ha senso rinunciare a tali somme e pensare di arricchirsi con i 600 euro».
«Qualcuno parla di morale. Punti di vista: per me sono immorali gli evasori, i ladri …che però in questo Paese sono tutelati dalla Privacy – aggiunge Rizzone. «E allora voglio lanciare una sfida ai colleghi parlamentari e allo stesso Garante della Privacy che sull’onda del populismo più becero hanno chiesto di fare i nomi dei Parlamentari che hanno ottenuto (ripeto lecitamente) il bonus. Perché non pubblichiamo – come già fanno in 17 Stati europei – i nomi di chi ha veramente rubato risorse allo Stato evadendo le tasse?».