Discoteche chiuse solo ora, Linus: «Quando le avete riaperte eravate ubriachi o interessati?»
«Quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire le discoteche e non avere assembramenti?». Inizia così lo sfogo del capo di Radio Deejay Linus, appena appresa la notizia della chiusura delle discoteche. Il governo, dopo un tira e molla durato giorni, ha deciso. I giovani non potranno più divertirsi sulle piste da ballo, in tutta Italia, senza alcuna deroga alle Regioni. Nelle discoteche, come si è visto, non è stato (quasi mai) rispettato il distanziamento sociale consentendo al Coronavirus di “correre” veloce tra i giovani. «A Ibiza, capitale delle discoteche europee, hanno avuto il coraggio di tenerle chiuse, qui ogni zona poteva decidere in funzione dei casi della regione» ha aggiunto Linus.
Il post su Instagram
«Assurdo chiudersi in un bunker»
«I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?» continua il conduttore radiofonico secondo cui i ragazzi hanno certamente il diritto di vivere ma hanno anche «migliaia di altri modi per divertirsi». «Assurdo» però, pensare di «chiudersi in un bunker» in un momento in cui i contagi sono in risalita. Ieri 16 agosto +479.
Il settore rischia di subire un contraccolpo economico non indifferente, dicono i proprietari dei locali: «A parte Amazon conoscete qualche attività che non abbia avuto problemi da questa situazione?» replica Linus che, poi, in un’intervista a Repubblica definisce una «stupidaggine» la decisione del governo di lasciare alle Regioni la decisione (di aprire o chiudere le piste da ballo) in base all’indice di contagio.
«Chiusura fastidiosa e ipocrita»
Una chiusura che, adesso, appare come «fastidiosa e ipocrita» (il provvedimento arriva dopo il Ferragosto e a estate quasi terminata, ndr) e che rischia di criminalizzare i giovani: «I giovani non possiamo chiuderli in casa e nemmeno criminalizzarli. Per questo non bisognava favorire quelle realtà».
Foto in copertina da Instagram | Linus
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