Divieto di licenziamenti, come capire quando un’azienda non è più soggetta alla moratoria
In principio sarebbe dovuto durare 60 giorni, poi sono diventati cinque mesi (fino al 17 agosto) e ora può arrivare, in alcuni casi, fino alla fine dell’anno: il divieto di licenziamento (la norma che preclude i licenziamenti economici, individuali e collettivi) è una misura molto discussa e discutibile che mostra un’indubbia resistenza e longevità. Con l’entrata in vigore del Decreto Agosto (DL 104 del 14 agosto 2020) la regola viene prorogata fino alla fine dell’anno, ma non per tutti: sono previste diverse eccezioni e percorsi alternativi, che consentono di anticipare la scadenza.
Nessun divieto
Ci sono alcune aziende che possono procedere subito a intimare licenziamenti, ovviamente a patto che ne abbiano bisogno e nel rispetto delle procedure ordinarie. Si tratta delle imprese interessate da una procedura di cambio appalto, i fallimenti senza esercizio provvisorio, le liquidazioni per cessazione definitiva dell’attività e i casi in cui i recessi sono governati e autorizzati da appositi accordi sindacali.
Divieto mobile: fine esonero contributivo
Per le imprese che a maggio o giugno del 2020 hanno goduto di ammortizzatori sociali con causale Covid-19 e ora scelgono di non chiederne più si applica una scadenza mobile. Questi datori di lavoro hanno diritto di ricevere un esonero contributivo pari al doppio del periodo di cassa fruito durante questo quel bimestre: appena terminato l’esonero contributivo (la cui durata massima è di quattro mesi) questi datori di lavoro possono licenziare. La scadenza può, quindi, essere anche molto vicina: se un’azienda ha goduto solo di due settimane di ammortizzatori Covid tra maggio e giugno, avrà un esonero contributivo di un mese e a metà settembre sarà fuori dal divieto.
Fine cassa Covid-19
Le imprese che scelgono di utilizzare le nuove 18 settimane di ammortizzatore sociale Covid potranno licenziare solo al termine delle 18 settimane (quindi, per chi chiede l’ ammortizzatore a partire dallo scorso 13 luglio, come consente la legge, la prima data utile è fine novembre).
Divieto generale
Chi non rientra in questi casi perché non ha chiesto ammortizzatori sociali e non intende chiederne la prosecuzione (oppure non rientra nei casi di fallimento e liquidazione) deve attendere il prossimo 31 dicembre per la scadenza del divieto.
Una norma a forte rischio di incostituzionalità
Queste regole generano una forte disparità di trattamento tra imprese che, in situazioni uguali (come può essere una crisi di mercato) sono o non sono soggette al divieto di licenziamento per via di fattori esterni, ad esempio aver percepito a maggio giugno un ammortizzatore. Disparità che rischia seriamente di rendere incostituzionale un sistema che già era al limite della legittimità per il forte contrasto con il principio di libertà d’impresa fissato dall’articolo 41 della Costituzione.
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