«Crescita evidente: inevitabili le zone rosse locali». Vacanze all’estero, influenza e scuola: il capo del Cts sul mix esplosivo in autunno
La prospettiva di un nuovo lockdown nazionale sembra ancora remota, ma davanti ai dati in aumento sui contagi di Coronavirus il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, si fa sempre più concreta l’ipotesi che d’ora in avanti si procederà a chiusure limitate. A Il Messaggero il dirigente della Protezione civile si dice «discretamente preoccupato» per l’andamento quotidiano dei casi, che ancora ieri ha rilevato vicini a 500 nuovi positivi.
Di questo passo, sostiene Miozzo, è sempre più probabile che i casi possano arrivare a oltre 1.000 al giorno, con gli effetti della libertà di movimento ritrovata in estate che si mostreranno entro un paio di settimane: «Questo è il vero dramma, il ritmo di crescita è evidente. Non si possono fare miracoli di fronte ai numeri». Cifre che non potevano che portare innanzitutto alla chiusura delle discoteche, luoghi rischiosi come lo stesso Miozzo sostiene da tempo: «I presidenti delle Regioni, soprattutto dove il turismo è economicamente importante, hanno liberalizzato un po’ troppo».
Massima attenzione sui ricoveri
Non c’è discussione che tenga davanti ai numeri: se gli indicatori basati su ricoveri e terapie intensive dovessero superare le soglie di guardia, Miozzo ribadisce che le chiusure saranno inevitabili. Per il momento «il controllo dei focolai funziona e non servono neanche lockdown localizzati», ma non è neanche semplice per il momento calcolare l’entità dei danni che arriveranno dal mancato rispetto delle regole in estate.
Il timore è tutto concentrato sull’autunno, quando contemporaneamente ai rientri dalle vacanze ci saranno i primi casi di influenza, «i cui sintomi si confonderanno con quelli del Covid», senza tralasciare il rientro a scuola di insegnanti e studenti. E poi c’è la preoccupazione per quei ragazzi che tornano dalle vacanze da Paesi con situazioni sempre più critiche, come la Croazia: «dove hanno fatto finta che non esistesse il Coronavirus per non affossare il turismo».
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