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Elezioni in Liguria, Toti: «Sansa mente, mai preso soldi da Autostrade. I miei finanziatori? Non li ricordo, ma presto li renderò pubblici» – L’intervista

21 Agosto 2020 - 19:30 Felice Florio
Il governatore del centrodestra replica al candidato giallorosso e dice no a un confronto pubblico: «Non ho tempo da perdere, si chiarisca le idee con i suoi piuttosto. A partire dalla Gronda»

Il suo sfidante alle prossime elezioni regionali in Liguria lo ha attaccato a 360 gradi, dalla sanità al nodo dei finanziamenti della campagna elettorale. Ma Giovanni Toti non ci sta. In un’intervista a Open, il candidato giallorosso Ferruccio Sansa ha detto che il governatore uscente «ha permesso che la sanità ligure fosse piegata ai privati, ricalcando in maniera scientifica il modello lombardo».

Di più: «Abbiamo assistito a una calata di dirigenti e gruppi privati lombardi che si sono presi la sanità ligure», ha detto Sansa. Anche sulle differenze di budget per la campagna elettorale, il candidato progressista ha attaccato Toti, accusandolo di aver accettato finanziamenti di importanti gruppi industriali e finanziari che potrebbero condizionarne le scelte politiche.

Giovanni Toti

Toti, Sansa l’accusa di essere spinto, attraverso i loro finanziamenti, da grandi gruppi industriali e finanziari.

«Sansa racconta delle falsità. Per esempio, dice che sono finanziato dal gruppo Autostrade per fare campagna elettorale: non è mai successo. I finanziamenti che riceviamo sono pubblici, da sempre, prima ancora che lo prevedesse la legge: sono tutti registrati e chiunque può accedere a questo genere di informazioni. Anche Sansa».

Come mai Sansa evidenzia questa differenza di budget tra voi due per la campagna elettorale?

«Penso che si senta un po’ isolato. Ma non può accusare me se nessuno crede nella sua campagna: tanto i cittadini quanto le imprese fanno fatica a considerarlo un candidato credibile. Sono le sue posizioni anti-industriali e contrarie allo sviluppo ad aver generato un deserto intorno a lui».

Toti, ci dice chi sono i finanziatori più generosi della sua campagna?

«Non me li ricordo nemmeno, per farvi capire quanto non mi faccia condizionare da chi sceglie di sostenerci economicamente. A giorni, comunque, i miei collaboratori caricheranno tutti questi dati sul sito web della campagna».

Sansa le muove un’altra accusa, ovvero di aver importato il modello sanitario lombardo, con una schiera di cliniche private che sono venute a prendersi la sanità ligure.

«Non rispondo a Sansa perché è uno che dice cose approssimative e inesatte».

Allora glielo chiedo io: è fiero di come la sanità ligure ha reagito all’emergenza Coronavirus?

«Assolutamente sì. La sanità ligure è tra le migliori in Italia e l’abbiamo dimostrato mettendo su un gran numero di terapie intensive. Nonostante le moltissime Rsa presenti sul nostro territorio, abbiamo avuto un tasso di mortalità in linea con le altre Regioni. E ancora: siamo stati forse l’unica Regione che ha trovato sul mercato i dispositivi di protezione individuale, senza cadere in nessun tipo di scandalo. Abbiamo rifornito medici, lavoratori e cittadini con mascherine mentre il commissario nazionale per l’emergenza ancora annaspava».

Ritiene che il centrodestra vincerà agevolmente le elezioni regionali in Liguria?

«I liguri hanno dimostrato una fiducia radicata nel nostro pensiero politico. Oggi l’85% dei cittadini che vivono in Liguria è governato da sindaci di centrodestra, cinque anni fa la proporzione era inversa. La fiducia è aumentata passo dopo passo e il centrodestra ha espugnato roccaforti che da decenni erano del centrosinistra come Savona e La Spezia. Ah (sorride, ndr), tra l’altro con lo Spezia Calcio promosso, siamo una delle poche Regioni con tre squadre in Serie A».

Quali sono i traguardi che rivendica con orgoglio della legislatura che sta per concludersi?

«Sono tanti, ma tra tutti la gestione delle emergenze, dal Ponte Morandi alle mareggiate che hanno devastato le nostre coste. Abbiamo appaltato e cantierato tutti i fondi che avevamo, 400 milioni di euro, per fermare il dissesto idrogeologico».

Cosa, invece, non è riuscito a portare a termine e promette di fare se venisse rieletto?

«Avrei voluto fare di più sulla rigenerazione del tessuto urbano di Genova. Avrei voluto vedere già abbattuta la Diga di Begato, creando un nuovo sistema di edilizia popolare nel capoluogo. Poi c’è da finalizzare il waterfront di Renzo Piano e procedere con altri cantieri».

Pare molto concentrato sull’edilizia. Non crede di trascurare la questione ambientale?

«Sull’ambiente abbiamo investito moltissimo. La rigenerazione urbana di cui le ho parlato consente di buttare giù quartieri brutti e cementificati senza nessuna logica ambientale. Così come i soldi messi per arrestare il dissesto idrogeologico, che è stata la prima voce di investimenti. Non accettiamo le lezioni di nessuno sull’ambiente. Anzi (scherza, ndr) mi sono formato sui libri scritti da Sansa: se andasse lui al governo della Regione certo che ci sarebbe una visione più retrograda dell’ambiente».

Accetterà un confronto pubblico con Sansa?

«Mi sto occupando del piano Covid per l’autunno e della riapertura delle scuole, di far votare in sicurezza i cittadini e di far ripartire l’economia. Non ho tempo da perdere con Sansa. Piuttosto, farebbe meglio a cercare un confronto con le liste delle sua stessa coalizione. Servirebbe un dibattito pubblico tra cinquestelle e Pd, sulla Gronda ad esempio: le discrasie albergano tra i suoi stessi sostenitori. Io, nel frattempo, continuo a lavorare per i liguri».

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