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Il pentimento tardivo di Lula sull’asilo a Battisti: «Ci ha ingannato». Le famiglie delle vittime: «Scuse inutili»

21 Agosto 2020 - 19:28 Redazione
L'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) è rientrato in Italia il 14 gennaio 2019. Da quel momento si trova in isolamento nel carcere di Oristano

Il 13 gennaio 2009 il ministro della giustizia del Brasile Tarso Genro ha concesso asilo politico a Cesare Battisti. In quell’anno a capo del governo c’era il Presidente Lula che ora in un’intervista al canale YouTube Tv Democracia si è scusato pubblicamente per quella scelta: «Ha ingannato molta gente in Brasile, non so se ha fatto altrettanto in Francia, ma la verità è che c’erano molte persone che pensavano che fosse innocente. E se abbiamo commesso questo errore, ci scusiamo senza dubbio».

Lula ha spiegato che ha concesso l’asilo politico a Battisti perchè il suo ministro della giustizia era certo della sua innocenza. La protezione concessa dal Brasile ha permesso a Battisti di rimanere lontano dalla giustizia italiana fino al 14 gennaio del 2019, quando è arrivato nel carcere di Oristano, in Sardegna. Al momento l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) si trova ancora in questa struttura. Il 17 luglio il suo legale Gianfranco Sollai, ha presentato una denuncia alla Procura di Roma contestando il fatto che da quando è arrivato in Italia Battisti è detenuto in regime di isolamento.

Il punto di vista delle vittime

ANSA/SERENA CREMASCHI | Alberto Torregiani

Alberto Torregiani è il figlio di Pier Luigi Torregiani, il gioiellere ucciso a Milano il 16 febbraio 1979 dai Pac. Nell’aggressione è rimasto ferito anche lui, perdendo da quel giorno l’uso delle gambe: «Le scuse di Lula? Meglio tardi che mai ma sono inutili». Torregiani si chiede poi perchè Lula abbia voluto parlare proprio ora: «Adesso voglio vedere cosa dice chi aveva appoggiato la sua decisione. Perché dirlo oggi? Per fare notizia? Avrà le sue motivazioni personali. Io resto basito. Noi non ci facciamo nulla delle sue scuse». E ancora: «E ora? Che gli rispondo? Grazie??? Grazie per gli anni di tribolazione e pena…»

Diversi i toni di Maurizio Campagna: suo fratello Andrea era un poliziotto ed è stato ucciso a Milano il 19 aprile del 1979 all’età di 25 anni. Sempre dai Pac. Per lui le scuse di Lula vanno lette comunque come un segnale positivo: «Certo le scuse sono arrivate un po’ in ritardo ma fanno piacere. Soprattutto fa piacere che si scusi con i familiari. Alla fine si è ravveduto».

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