Il premio Nobel Malala fonda un club di lettura femminista. E ha già un libro da consigliare a Trump
«Sono confusa esattamente come tutti gli altri sul mio futuro». Difficile credere a Malala Yousafzai quando parla di sé stessa. Ventitré anni, una laurea a Oxford e un Premio Nobel per la pace a soli 17 anni (la più giovane in assoluto a riceverlo). Eppure la giovane attivista pachistana è sincera in tutto quello che dice e fa. E anche dopo l’attentato che l’ha ferita alla testa, operato da chi vedeva nel suo impegno per l’istruzione femminile un “simbolo di oscenità”, non ha rinnegato la sua vocazione. Nel 2013 ha fondato un’organizzazione no profit e ora è alla guida di un gruppo di lettura femminista. «L’idea mi è venuta perché ho notato come la selezione accademica dei testi non sia affatto varia», ha detto Malala in un’intervista al The Lily. «Quasi tutti gli autori che usiamo per formarci sono maschi e occidentali. E non solo a Oxford: questa disuguaglianza è uguale da tutte le parti». Figlia di un insegnante, la giovane attivista ha sempre rivendicato l’importanza della lettura per la formazione personale. E per questo, proprio tramite il libro, potrà passare «il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo».
Il funzionamento del book club è molto semplice: tramite una piattaforma digitale gestita da Literati, i membri riceveranno ogni mese un libro in formato digitale da leggere, scelti da lei e dagli altri coordinatori. «Nella scelta dei libri mi sono concentrata sulle voci femministe, inascoltate, magari esordienti», ha spiegato Malala. «Sono questi gli autori e le autrici che cerco, perché si tratta di persone piene di passione che per essere ascoltate devono superare mille ostacoli. Ma sono persone che hanno il coraggio di parlare e che hanno il coraggio di scrivere. E io voglio, con questa opportunità del book club, dargli risalto». Tra i libri che sta amando in questo periodo ce n’è anche uno che vorrebbe far leggere al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «Visto quanto sta accadendo in questi giorni (le proteste del Black Lives Matter, ndr), gli consiglierei “Why I’m No Longer Talking to White People About Race” di Reni Eddo-Lodge», ha detto. «L’ho appena iniziato. Parla di come si può comprendere il razzismo e capire fino in fondo quanto è radicato nella nostra società. Mi piacerebbe che il presidente sapesse molte cose. Voglio che impari tantissimo».
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