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Segnali allarmanti dal Veneto: 160 nuovi positivi nelle ultime 24 ore

22 Agosto 2020 - 12:02 Redazione
E il "papà" del modello Veneto rimprovera tutti. «Servono più tamponi e basta con questa babele di iniziative delle regioni» dice l'epidemiologo Andrea Crisanti

Sono 160 i casi di tampone positivo al Coronavirus rilevati in Veneto nelle ultime 24 ore. Si è passati da 21.650 (di ieri) a 21.810. Gli attualmente positivi adesso sono 1.992 (prima 1.865) e, per fortuna, non si registrano nuovi decessi. 104 le persone in isolamento domiciliare. Due i decessi: da 2.102 a 2.104. Numeri che parlano chiaro: il virus è ancora in circolazione.

Ieri, 21 agosto 2020, ad esempio, il Veneto ha registrato 116 contagi con 12.522 tamponi contro i 174 della Lombardia con 10.703 tamponi. Il giorno prima, però, la prima regione d’Italia per contagi era proprio il Veneto con 159 casi contro i 154 della Lombardia. In quel caso il numero dei tamponi eseguiti dalle due regioni era pressoché uguale.

I “rimproveri” di Andrea Crisanti

Il consiglio del papà del “modello Veneto”, l’epidemiologo Andrea Crisanti, resta quello di aumentare sempre di più il numero dei tamponi (oggi parla di 300mila tamponi al giorno, ndr) su tutto il territorio nazionale, in maniera omogenea. Ma questo passo in avanti deve essere fatto solo ed esclusivamente dal governo che dovrebbe predisporre il prima possibile «un piano di sorveglianza che sorpassi la babele di iniziative delle regioni». E sul Veneto, alla luce di questi numeri e dopo lo strappo con il governatore Luca Zaia, ha detto a Open: «C’è una differenza da quando seguivano i miei consigli… Prima eravamo la Regione più virtuosa».

A preoccupare, continua Crisanti, non sono tanto i giovani o i vacanzieri, quanto la gestione dell’emergenza da parte delle Regioni. C’è troppa frammentazione: «È una questione troppo seria, non si può lasciare all’iniziativa o alla convenienza politica dei governatori regionali» ci spiega. In altre parole, è arrivato il momento che il governo Conte alzi la voce e coordini, in toto, l’emergenza sanitaria da Roma. Prima che sia troppo tardi.

Foto in copertina di repertorio: EPA/ETIENNE LAURENT

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