«Ma perché non ve ne state nel vostro Paese?», la dottoressa al paziente turco: Aziz registra la telefonata – L’audio
Aziz Kalas, 36 anni, di origini turche, che vive dal 2002 a Ragusa, non riusciva a credere alle sue orecchie. «Ma perché non ve ne state nel vostro Paese?», questa la frase incriminata pronunciata, al telefono, da una medica di base, infastidita dalla richiesta del suo paziente di una semplice prescrizione medica di un farmaco antibiotico. «Ho pianto, questa è cattiveria e discriminazione. E c’è di più: quella ricetta, che mi avrebbe dovuto mandare via mail, non è ancora arrivata. Da giorni, quindi, sono senza antibiotico» ci ha raccontato Aziz.
Cosa è successo
Aziz vive in Italia da 18 anni: fa il mediatore culturale, l’interprete per i tribunali, la sera lavora nelle discoteche come bodyguard, insegna taekwondo ed è ben integrato nella comunità. La medica di base – che sostituisce il suo dottore, attualmente in ferie – si è subito dimostrata «infastidita» forse perché non riusciva a comprendere bene il suo nome. «Voleva evitarmi. Mi ha chiesto prima il passaporto o la carta d’identità, poi si è arrabbiata quando le ho fatto lo spelling del mio nome al telefono. Non voleva perdere tempo».
E, in effetti, ascoltando quella conversazione, dice testualmente: «Sostituisco quattro colleghi, ho i minuti contati. E qui ci vogliono dieci minuti per capire (il suo nome, ndr)». Ed è a questo punto che sbotta: «Perché non ne ve ne state al vostro Paese?».
Ha denunciato la medica
Ora Aziz, insieme al suo legale Michele Savarese, ha presentato un esposto all’Ordine dei medici di Ragusa e una denuncia alla Procura della Repubblica per una presunta discriminazione razziale. E ha anche registrato quella conversazione telefonica.
Foto in copertina da Facebook | Audio con voci camuffate
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