Migranti, arriva la task force per svuotare l’hotspot di Pozzallo. Musumeci: «Alzare la voce serve». Ma la Sicilia è ultima per numero di tamponi
Nuovi sviluppi nello scontro tra la Regione Siciliana e il governo sulla gestione dei migranti negli hotspot dell’isola. A comunicarli direttamente il presidente siciliano Nello Musumeci: «Da stamattina, a quanto apprendo, si è iniziato a svuotare l’hotspot di Pozzallo, dove alle 11 arriverà il nostro team per esaminare l’idoneità dei locali – ha scritto su Facebook -. I ricorsi notificati a mezzo stampa non producono effetti. Ma alzare la voce, a tutela della salute pubblica, evidentemente si. Vedremo se in qualche giorno si ristabilirà la legalità. Vi tengo aggiornati!».
Provenzano: «Musumeci mette la Sicilia al servizio della Lega»
Sul fronte politico è arrivato invece nella serata di ieri l’attacco del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano: «Musumeci sta mettendo la Sicilia al servizio della Lega. Questo mi sembra evidente perché se un presidente come lui, che conosce le leggi, il riparto di competenze con lo Stato, ed è anche un uomo di esperienza, firma un’ordinanza che è una provocazione, l’unica ragione mi sembra quella di volersi piegare a una polemica politica». «Non può servirsi dei problemi della Sicilia – ha rincarato la dose il ministro – per fare campagna elettorale nelle altre Regioni».
Sicilia ultima per numero di tamponi
Intanto ad alimentare il dibattito sulla gestione dell’emergenza sanitaria nell’isola è stato un report dell’Ufficio statistica del Comune di Palermo. Dalla rilevazione è emerso come la Sicilia sia ultima, in Italia, per numero di tamponi in rapporto alla popolazione residente: 6.570 tamponi ogni 100mila abitanti. La media nazionale è pari a 13.293 tamponi ogni 100mila abitanti.
Dati che hanno subito suscitato la reazione del M5s: «Il presidente Musumeci, invece di emanare ordinanze platealmente e consapevolmente farlocche, si concentri sulla salute dei siciliani, utilizzando le risorse messe a disposizione dal governo nazionale, per migliorare il sistema sanitario regionale di sua competenza», hanno attaccato i parlamentari nazionali Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica.
Musumeci: «Ci rivolgeremo alla magistratura»
Intanto il presidente siciliano tira dritto. Ospite questa mattina di Sky TG24 ha annunciato che «tra qualche ora ci rivolgeremo alla magistratura, ed è triste e disarmante constatare come due articolazioni dello Stato, governo centrale e governo regionale, debbano ricorrere alla magistratura per riaffermare un diritto sacrosanto che è il diritto alla salute». Musumeci ha insistito nel sottolineare come la sua iniziativa non abbia nulla a che vedere con la gestione dell’immigrazione, competenza chiaramente di esclusiva statale, come stabilisce il titolo V della Costituzione.
«Noi – ha spiegato il presidente – non ci occupiamo di migranti, è una competenza del governo centrale e siamo d’accordo, ma io sono l’autorità sanitaria in Sicilia e sono soggetto attuatore dell’emergenza Covid. Ho il dovere di prendere atto che i luoghi dello Stato in cui il governo centrale ammassa centinaia di esseri umani sono al di fuori di ogni norma anti Covid».
Musumeci ha poi accusato Roma di omissione: «Il governo centrale – ha proseguito – che ha avuto notificato il provvedimento, non ha ritenuto di dover dare disposizioni alle forze dell’ordine e alle Prefetture per poter sgombrare i centri d’accoglienza in Sicilia, ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Il che significa che ci troviamo davanti ad una palese omissione, perché le precedenti due ordinanze le Prefetture le avevano regolarmente osservate».
Foto copertina: ANSA / PASQUALE BOVE
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