Svolta genderless al prossimo Festival del cinema di Berlino: premio unico per i migliori attori e attrici
Il Festival del Cinema di Berlino a partire da questa edizione – e probabilmente anche per le prossime – sarà genderless: saranno dunque aboliti i premi al migliore attore e alla migliore attrice per sostituirli con migliore ruolo protagonista e migliore ruolo secondario. È la prima volta che succede in un festival così famoso. «Non separare più i premi nella professione di attore secondo il genere sessuale è un segnale verso una maggiore consapevolezza di genere nell’industria cinematografica», hanno detto i curatori del festival Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian.
La direzione ha anche rivelato che il Premio Orso d’argento Alfred Bauer, sospeso a causa di sconcertanti risvolti sul ruolo svolto dal primo direttore della Berlinale durante l’era nazista, non sarà più assegnato. Al suo posto verrà presentato un nuovo premio, il Premio della giuria dell’Orso d’argento.
Secondo i nuovi criteri la giuria internazionale assegnerà otto premi per i film nella sezione principale del concorso: Orso d’oro per il miglior film (assegnato ai produttori del film), Gran Premio della giuria dell’Orso d’argento, Orso d’argento per il regista, Premio della giuria dell’Orso d’argento, Orso d’argento per la performance principale, Orso d’argento per la performance di supporto, Orso d’argento per la sceneggiatura e Orso d’argento per l’eccezionale contributo artistico.
A chi ha domandato al comitato artistico della premiazione cosa abbia spinto la direzione a optare per una versione “fisica” della kermesse rispetto a un evento in streaming, le maestranze della Berlinale hanno spiegato che «festival e mercati sono luoghi di incontro e comunicazione. Questo vale sia per il pubblico che per l’industria». Per questo «vediamo una caratteristica importante e unica dei festival nel loro vivace rapporto con il pubblico. In tempi di pandemia, è diventato ancora più chiaro che abbiamo ancora bisogno di spazi di esperienza analogici nel regno culturale».