Il virologo Caruso dà ragione a Crisanti: «Servono più tamponi, anche in classe. Seconda ondata? Più che ai contagi, oggi guardiamo gli ospedali»
In vista del ritorno a scuola e sui posti di lavoro sono indispensabili monitoraggi «mirati e costanti nel tempo». Quel che il virologo Arnaldo Caruso invoca in un’intervista alla Stampa è insomma più tamponi, d’accordo con il collega Andrea Crisanti che aveva fissato ad almeno 300 mila test al giorno la soglia minima per riuscire a tenere sotto controllo il Coronavirus.
Secondo il presidente della Società italiana di virologia e professore ordinario all’Università di Brescia: «più tamponi si fanno, più si limita l’epidemia», anche nelle scuole: «Non è fondamentale che negli edifici si porti la mascherina, quanto che studenti e lavoratori vengano sottoposti a tamponi preventivi ogni 2-3 mesi». Un monitoraggio per ceti versi urgente, prima che sia troppo tardi per affrontare una seconda ondata.
Proprio quella seconda ondata è già in corso e in stato avanzato, secondo Caruso, in Spagna e Francia, dove i contagi stanno risalendo. Ma per l’Italia, i segnali che arrivano dagli ospedali fanno sperare al meglio: «L’aumento dei contagi, dovuto a un periodo di maggiore libertà, è chiaro e inevitabile. L’aspetto interessante è che gli ospedali sembrano non riempirsi».
Sono giorni importanti per capire il prossimo futuro, con gli occhi puntati sui reparti di terapia intensiva: «Se nelle prossime settimane non ci fossero troppi ricoveri, dovremmo interrogarci su cosa è cambiato nel virus o nella nostra capacità di reagire».
La verità sulla seconda ondata però non potrà che arrivare con la scomparsa del caldo. Nel caso in cui i contagi dovessero risalire troppo presto, per Caruso sarebbe un segnale allarmante: «Perché significa che il virus non risente del caldo. Quando saremo in casa e indebolii dal fretto, probabilmente saremo ancora più suscettibili di contagio».
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