Viviana Parisi, il giorno dopo la scomparsa il corpo ripreso da un drone. Ora si cercano le immagini di Gioele
Lo scontro tra la famiglia di Viviana Parisi – la dj morta nelle campagne di Caronia (Messina) insieme al figlio Gioele, 4 anni – e chi ha condotto le ricerche non è più un mistero. Come è possibile che il corpo del bimbo sia stato trovato, dopo oltre quindici giorni di ricerche, da un ex carabiniere armato soltanto di falce, senza droni né cani molecolari? E soprattutto, come sono morti Viviana e Gioele? Adesso, ad alimentare (ancora di più) le polemiche, sono le parole del procuratore di Patti Angelo Cavallo secondo cui, il giorno dopo la scomparsa, il 4 agosto, dalle immagini girate dai vigili del fuoco con un drone, si vede chiaramente il corpo di Viviana Parisi ai piedi del traliccio. Come mai nessuno lo ha notato? Corpo che verrà ritrovato, quattro giorni dopo, l’8 agosto, grazie a Vega, il cane dei vigili del fuoco, nello stesso punto in cui era stato avvistato col drone.
Fotogrammi non consegnati alla Procura
Quei fotogrammi, come spiega il Corriere, non sarebbero stati consegnati al procuratore di Patti, titolare dell’inchiesta che, invece, avrebbe scoperto questo particolare soltanto il 20 agosto grazie al geologo forense, consulente della Procura, che aveva deciso di ingrandire quelle immagini. Il procuratore – quasi a volerne prendere le distanze – ha subito spiegato che «le ricerche delle vittime, su tempistica e modalità, sono state coordinate dagli organi competenti, diversi da questa Procura e sono rimaste ben distinte dalle attività investigative-giudiziarie, finalizzate alla ricostruzione dell’intera vicenda».
Massimo Picozzi nuovo consulente della Procura
Se da una parte è stata chiesta l’acquisizione delle immagini satellitari registrate dal sistema satellitare europeo “Costellazione Copernicus”, dall’altra è stato nominato un nuovo consulente: il criminologo Massimo Picozzi che dovrà indagare sullo stato psicologico della donna. Si è già occupato di numerosi casi: da Cogne ad Avetrana, dalla strage di Erba a Yara Gambirasio. È anche docente di psichiatria alle università di Parma e Bocconi di Milano.
«Ricerche molto superficiali»
«Le famiglie di Viviana e Gioele meritano la verità, qualunque essa sia, deve essere raggiunta, senza vuoti e lacune, è un dovere per tutti gli operatori, consegnare a queste persone risposte qualificate. Sarà una giornata lunga e dolorosa, da vivere, attimo dopo attimo, accanto a questi sfortunati familiari», hanno detto i legali dei genitori di Viviana Parisi, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. «Sono arrabbiato…dopo aver saputo dell’immagine del drone» ha tuonato, invece, il padre della donna, Luigino Parisi. «Le ricerche sono state molto superficiali», ha aggiunto. Dello stesso avviso anche Daniele Mondello, marito di Viviana e papà di Gioele, che qualche giorno fa ha pubblicato un post su Facebook esprimendo perplessità sull’andamento dell’indagine. Presentata, intanto, una querela contro ignoti per presunte omissioni ed eventuali ritardi nelle ricerche.
«Gioele poteva essere ancora vivo il giorno dopo»
«Noi l’abbiamo detto da subito che le ricerche erano state fatte male e quello che oggi emerge dalla Procura ne è la conferma. Mi riferisco al fatto che non avessero ingrandito fino al 13 agosto le immagini che dimostrano che già il 4 agosto Viviana Parisi era morta sotto il pilone, solo il geologo forense poi si è accorto di questa cosa solo il 20 agosto. Chiederemo ulteriori verifiche sul punto», ha dichiarato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Parisi. «Se il corpo fosse stato trovato prima probabilmente si sarebbero potuti fare ulteriori accertamenti e scoprire a verità. Detto questo, non è escluso fosse possibile trovare anche Gioele e magari il bimbo poteva essere ancora vivo il giorno dopo. Penso che quello che è successo sia veramente gravissimo» ha concluso.
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