Fine dell’incubo per una donna aquilana, dimessa dopo quattro mesi e mezzo: continuava a risultare positiva al Coronavirus
Ha 60 anni la donna dell’Aquila che, dopo 133 giorni di ricovero nel reparto di malattie infettive dell’ospedale, è tornata finalmente a casa. Non poteva essere dimessa poiché, nonostante fosse guarita in appena due settimane dalla polmonite da Coronavirus, continuava a risultare positiva, pur non avendo alcun sintomo. Ora, a distanza di quattro mesi e mezzo, ha potuto rimettere piede nel mondo esterno, dopo che il tampone è risultato finalmente negativo.
Non era stato possibile dimetterla prima perché non sarebbe potuta rimanere isolata nella sua abitazione e perché in zona non c’erano strutture alberghiere disponibili ad accogliere malati Covid in quarantena e persone guarite ma non ancora negativizzate.
«Sono casi che stiamo studiando, il significato è che anche quando c’è la guarigione, può persistere a lungo la presenza del virus – ha spiegato Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive – I casi vanno tenuti sotto controllo perché non sappiamo se la positività prolungata nel tempo sia espressione di una contagiosità altrettanto prolungata. Questo è il grosso problema. Quindi, è necessario riattivare strutture che ospitino pazienti guariti, ma non ancora negativi».
Ora la signora sta bene «anche se è stata una degenza stressante, viste le buone condizioni dopo aver risolto in due settimane i problemi legati al Covid», ha concluso il primario.
Foto in copertina di repertorio: EPA/Juan Ignacio Roncoroni
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