Scuola, salta per il momento l’accordo Stato-Regioni. Governatori sulle barricate: il nodo è sui trasporti
Fumata nera sulle linee guida per la ripartenza della scuola. Oggi, 26 agosto, i ministri Francesco Boccia (Affari Regionali), Lucia Azzolina (Istruzione), Roberto Speranza (Salute) e Paola De Micheli (Trasporti) si sono riuniti in videoconferenza con le Regioni e gli enti locali. Senza però trovare una quadra.
All’incontro hanno partecipato anche il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario Domenico Arcuri e il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Per i comuni erano presenti il presidente dell’Anci Antonio Decaro e per le province il presidente Upi Michele de Pascale. Dalle giunte regionali, invece, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Luca Zaia (Veneto), Alberto Cirio (Piemonte), Attilio Fontana (Lombardia), Marco Marsilio (Abruzzo), Donato Toma (Molise) e Arno Kompatscher (Trentino Alto Adige).
Il nodo trasporti
Uno dei temi più caldi, nonché il più lontano dall’essere sciolto, è quello dei trasporti. Con 8 milioni di studenti che si apprestano a ritornare a scuola, come gestire la mobilità è una questione dirimente. Ieri, 25 agosto, il ministero dei Trasporti aveva diffuso le prime linee guida: bus pieni solo per un tragitto di massimo 15 minuti e distanziamento ridotto solo tra membri della stessa famiglia.
Durante il vertice arriva il primo passo indietro del governo: dopo un confronto serrato, la ministra De Micheli ha dichiarato che sarebbe disponibile a eventuali deroghe sul tema. Si è concordato quindi che le Regioni presenteranno delle proposte sulla gestione delle ore di punta. Più cauto, invece, il ministro Speranza, che rimarrebbe fermo sulle indicazioni del Comitato tecnico scientifico.
Il Cts, dal canto suo, non ha intenzione stavolta di scendere a compromessi sul metro di distanza: lunedì 24 agosto, in una riunione con le Regioni, ha ribadito che sarà possibile essere più vicini solo in caso di divisori installati sui mezzi. Di questa ipotesi però non si hanno ancora i dettagli dal ministero (se non che dovranno essere «morbidi e coerenti con le prescrizioni di sicurezza»), e per le Regioni resta un problema non da poco: con la metà dei posti occupabili, rischiano di non esserci abbastanza mezzi per portare tutti gli studenti in orario. Trovare risorse per implementare il sistema dei trasporti entro l’inizio di settembre è una «missione impossibile».
La proposta delle Regioni
La proposta della Commissione trasporti delle Regioni – che potrebbe essere passata al vaglio del Cts – è quella di valutare il «principio del gruppo abituale esteso ai componenti della stessa classe per derogare al metro di distanziamento per il raggruppamento di ragazzi che viaggiano insieme».
I dubbi di Fontana
Non si esclude quindi l’ipotesi ingressi scaglionati, una delle opzioni intavolate dal ministero dei Trasporti. Su questo ha già iniziato a ragionare Attilio Fontana (che però in Lombardia ha fatto ripartire la mobilità al 100% dei posti occupati), che al termine del vertice ha dichiarato: «A quanto apprendiamo è evidente che sarà necessario un cambiamento di modello di organizzazione scolastica con scaglionamento degli orari di ingresso e uscita combinato con la didattica a distanza».
Ok al protocollo sulla gestione dei casi
Tanti gli altri nodi da sciogliere: su tutti la stesura di un protocollo unico per la gestione di eventuali casi o focolai da Coronavirus negli istituti. Fonti dell’Ansa fanno sapere che Speranza sarebbe orientato a far valere le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità. «Il documento è robusto e strutturato – ha detto il ministro- e vale come protocollo condiviso da adottare in tutto il Paese». Probabilmente, ha aggiunto, il testo sarà arricchito con il passare dei giorni, come fosse un «vademecum da aggiornare con l’esperienza sul campo».
Sul punto si è trovato d’accordo anche Bonaccini, ma servirà l’ok di tutte le altre giunte domani, 27 agosto, quando ci sarà la conferenza delle Regioni.
Lo scontro su mascherine e misurazione della temperatura
Alcune Regioni, su tutte Veneto e Liguria, tengono il punto sull’obbligo di mascherina durante le lezioni (anche qualora non venisse rispettato il metro di distanza). Mentre il Cts – che ha già allentato le indicazioni sul distanziamento – ha consigliato di farle indossare, il presidente della Liguria Giovanni Toti aveva definito in mattinata «poco proponibile tenere i bambini seduti con una mascherina per molte ore». Giorni fa, anche dalla giunta veneta era arrivata la stessa obiezione.
Oggi, però, durante il vertice il tema non è stato toccato. Probabilmente, vista la riunione di fine mese del Cts – nella quale verranno messe nero su bianco le indicazioni sanitarie per il rientro – si è preferito spingere su temi diversi come quello dei trasporti. L’approccio comunque non ha convinto Toti, che ha dichiarato: «L’ennesima riunione che si è conclusa con un nulla di fatto. Non si è parlato né di mascherine né si è deciso nulla sulle modalità di rientro».
Scontri anche sul fronte della misurazione della temperatura. Per ora, l’orientamento del governo è stato quello di un controllo domestico, affidato ai genitori. Già oggi, nelle ore cruciali del vertice, il viceministro Pierpaolo Sileri ha aperto alla possibilità di collocare termoscanner fuori dagli istituti. Su questo ha parlato ancora Toti, definendola una «regola impraticabile» come quelle sui trasporti e sui banchi.
Al via la consegna dei banchi
Il commissario Arcuri ha fatto sapere durante il vertice che venerdì 28 agosto inizierà la distribuzione dei banchi monoposto nelle scuole. Oggi stesso, invece, inizierà il rifornimento di mascherine e gel nei vari istituti.
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