In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀCoronavirusItaliaSanità

Scuola, i corsi di recupero a settembre ci saranno. Il ministero: «Via dal 1 settembre». Ma gli istituti rischiano di andare in ordine sparso

scuola
scuola
Dal Miur fanno sapere che non ci sarà nessuno stop. In alcuni casi i corsi saranno svolti in presenza, in altri a distanza. Da oggi la procedura per la "chiamata veloce" dei docenti

Il ministero dell’Istruzione ha chiarito in una nota che «il recupero degli apprendimenti comincerà dai primi settembre». I corsi si svolgeranno in presenza per le scuole medie, mentre per le superiori saranno a distanza, sulla base delle disposizioni stabilite delle singole scuole, che possono decidere in autonomia le modalità di svolgimento delle lezioni durante l’emergenza Coronavirus.

Il chiarimento del Miur è arrivato sulla scia di indiscrezioni di stampa che mettevano in dubbio i corsi. Il rischio, però, è che le scuole vadano in ordine sparso. Stando al Corriere, alcuni istituti avrebbero deciso di anticipare i corsi di recupero tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, mentre altri avrebbero intenzione di comunicare il calendario dopo il primo settembre, quando i presidi sapranno quanti docenti avranno a disposizione.

Gli stipendi dei prof

Il ministero, poi, ha garantito che non ci sarebbero neanche intoppi a proposito dei pagamenti per i docenti impegnati nei corsi di recupero secondo il Miur. Sul punto la nota del ministero ha chiarito che, in base alla norma vigente: «Dal 1 al 14 settembre si potranno avviare i corsi, perché i docenti sono già a scuola per l’attività ordinaria».

I corsi di recupero non sono una formalità

I corsi, ha ricordato il ministero, «non sono un “mero adempimento formale”, ma nascono dalla “necessità di garantire l’eventuale riallineamento degli apprendimenti”», alla luce soprattutto dell’ultimo anno scolastico particolarmente complicato per diversi studenti. Un anno in cui docenti e dirigenti scolastici hanno «dato pronta risposta alla necessità di garantire, seppure in una situazione drammatica, il diritto all’istruzione». Ora quindi «si tratta di recuperare ciò che si è inevitabilmente perso».

Al via la chiamata veloce dei docenti

Nel frattempo, prende il via la “chiamata veloce” dei docenti, la nuova procedura prevista dal decreto sulla scuola approvato a dicembre in Parlamento che «consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un’altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato». Le domande, ha spiegato il Miur, potranno essere presentate fino alle ore 23.59 del 2 settembre.

Chi non rientrerà il 14 settembre

Sulla base delle delibere regionali e dei comunicati dei singoli Uffici scolastici è possibile delineare un primo calendario scolastico 2020/2021 regione per regione. Date parziali e probabilmente suscettibili di modifiche, ma che forniscono un primo quadro delle tempistiche del rientro a scuola soprattutto per gli istituti che non ricominceranno nella data più comune a livello nazionale, e cioè quella del 14 settembre.

Il Trentino Alto Adige rientrerà a scuola il 7 settembre, così come succederà in Lombardia per la scuola dell’infanzia. Il Friuli Venezia Giulia invece si concederà due giorni in più rispetto alla data del 14, riaprendo le porte delle aule il 16 settembre. Le ultime regioni a tornare in classe saranno la Sardegna, il 22 settembre, e la Puglia, il 24 settembre.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti