Scuola, accordo raggiunto sui trasporti: sì all’aumento fino all’80% della capienza in tutte le fasce orarie – Le linee guida
Accordo Stato-Regioni raggiunto: dopo settimane di tensioni, la Conferenza Unificata ha approvato linee guida del trasporto pubblico del Ministero delle Infrastrutture con gli emendamenti richiesti dai governatori. Per Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, si tratta di un «tassello essenziale per la ripartenza della scuola».
Le linee guida e modalità organizzative per il contenimento della diffusione della Covid-19 in materia di trasporto pubblico
La capienza sui mezzi di trasporto pubblico sarà alzata all’80%. Le Regioni hanno ottenuto dal Ministero l’aumento della percentuale per il riempimento dei mezzi – obiettivo caro soprattutto alle giunte di centrodestra, quali Liguria, Veneto e Lombardia. L’incremento del numero di posti occupabili (attualmente al 50%) riguarderà tutte le fasce orarie e non solo quelle di punta in cui dovrebbero muoversi gli studenti per il rientro a scuola di settembre.
Il vertice ha messo quindi il timbro sulle richieste «chiuse e indiscutibili» delle Regioni, che hanno ottenuto un’autorizzazione a stipulare contratti integrativi oltre a quelli già in essere per mettere in campo dei servizi aggiuntivi in termini di mobilità. E che lo Stato, inoltre, si impegni a finanziarli: nella Legge di Bilancio verrà previsto lo stanziamento 200 milioni per le Regioni e 150 per Comuni e Province per i servizi aggiuntivi di trasporto ritenuti indispensabili per l’avvio dell’anno scolastico.
Linee guida per il trasporto scolastico
In mattinata, la ministra Paola De Micheli aveva già inviato le linee guida nelle quale apriva, in virtù anche delle deroghe del Comitato tecnico scientifico, alla cifra indicata dalle Regioni. Il nodo della riunione Unificata delle 19:00 è stato quello degli emendamenti proposti dalla Commissione tecnica dei trasporti, coordinata dalla Campania. Due essenzialmente le modifiche richieste: che l’aumento valga per tutti i mezzi di trasporto urbano, extraurbano e per il servizio ferroviario regionale – quindi non solo per gli scuolabus o le tratte dedicate alla mobilità scolastica -, e che lo Stato si impegni a risolvere il problema del restante 20%.
Nessun limite se ci sono idonei strumenti di aerazione
A giustificare la nuova cifra, spiegano dal Ministero, è il ricambio d’aria a ogni apertura delle porte in fermata. Non solo: la capacità di riempimento potrà essere aumentata oltre il limite previsto «nel caso in cui sia garantito un ricambio di aria e un suo filtraggio attraverso idonei strumenti di aereazione che siano preventivamente autorizzati dal CTS».
I divisori sui mezzi
Rimane in piedi anche l’ipotesi divisori sui mezzi, così da aumentare ancora di più la capienza. Dal ministero delle Infrastrutture comunicano che è in corso un accordo tra MIT- INAIL e IIT per individuare il materiale idoneo per consentire la separazione tra una seduta e l’altra. Le aziende potranno individuare autonomamente il materiale idoneo da sottoporre alla certificazione sanitaria del Cts.
Il nodo “congiunti” e l’ipotesi autocertificazione
Come anticipato nei giorni scorsi dalla ministra De Micheli, il distanziamento di un metro non è necessario tra coinquilini, tra i congiunti e tra persone che intrattengono rapporti interpersonali stabili. Come giustificarlo? Anche con un’autocertificazione: «nell’eventuale fase di accertamento della violazione alla prescrizione del distanziamento – dicono dal Ministero – potrà essere resa una autodichiarazione».
Cts: «No alle mascherine a scuole se c’è la distanza di un metro»
Se a scuola viene rispettata la distanza di un metro, non è necessario indossare la mascherina. Ad affermarlo è il comitato tecnico scientifico in una delle linee guida, confermando così quanto già detto nelle scorse settimane. Il distinguo è tra scuola prima primaria e secondaria. In particolare, nella prima, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, «la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (ad esempio il canto)».
Nella scuola secondaria, invece, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, «la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria».
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