Galli: «Con gli stadi aperti stessi rischi delle discoteche. Positivi a scuola? In classe test rapidi dalla saliva»
L’idea di riaprire gli stadi e i palazzetti ai tifosi con la ripresa della stagione per ora resta irrealizzabile con la pandemia di Coronavirus che ancora registra più di 1.000 casi al giorno in Italia. Lo dice il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, gli fa eco Massimo Galli, primario di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, che sul Messaggero taglia corto sulla sola ipotesi di rivedere le partite dal vivo. Ipotesi che neanche decolla se si pensa a quanto si è visto con le discoteche: «dove il virus si trasmette facilmente – dice Galli al Messaggero – lo stesso avviene allo stadio. Siamo all’aperto, ma con persone che difficilmente non si accalcano. E per gli sport al coperto, la situazione è ancora più critica. Fino a quando la situazione è questa, bisogna rinunciare al superfluo».
La priorità resta la riapertura delle scuole, un punto essenziale secondo Galli che avrebbe preferito aspettare il 1 ottobre per tornare in classe, anziché metà settembre con le elezioni nel mezzo: «Valeva la pena aspettare». Certo la preoccupazione resta anche per studenti e docenti, considerando che a scuola: «è difficilissimo ottenere il distanziamento». E le incognite aumentano con l’arrivo dell’autunno e dei malanni di stagione: «Avremo problemi – dice Galli – quando cominceranno a esserci tutte le infezioni alle vie respiratorie, non mi è chiaro cosa succederà nelle varie regioni per il vaccino anti-influenzale rivolto a bambini e ragazzi».
In classe test rapidi sulla saliva
Tra le polemiche che stanno accompagnando la ripresa della scuola c’è quello sul monitoraggio e la gestione degli eventuali contagi. Uno dei nodi da sciogliere è quello dei tamponi e dei tempi sui risultati nel caso in cui venisse scoperto un caso positivo in classe. Galli anticipa un sistema più rapido sul quale il Sacco di Milano sta lavorando: «Prelievo della saliva per gruppi, per classi, in modo da velocizzare i test. Se in una classe emergono tracce di Coronavirus, allora si fanno i tamponi ai singoli studenti di quella classe. Si chiama pooling».
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