Da Berlino a Roma, la marcia dei negazionisti del Covid. E del nuovo populismo
Sabato scorso a Berlino c’è stata un’altra manifestazione dei negazionisti del Coronavirus, ma stavolta la dinamica dei fatti e la caratterizzazione dei manifestanti ha scioccato e messo in allarme la Germania. Il momento peggiore è stato l’assalto del tutto imprevisto al palazzo del Reichstag. Per alcuni lunghi momenti l’ingresso del parlamento tedesco è stato assediato da circa 400 persone. A fronteggiarli solo tre poliziotti. Non è successo niente di irreparabile e poco dopo sono intervenute le unità antisommossa a fare un cordone di sicurezza e disperdere la folla, ma in Germania momenti del genere rievocano un passato oscuro che i tedeschi prendono molto sul serio.
La grande coalizione estremista e negazionista
Molti assalitori e manifestanti sventolavano la bandiera nera-bianca-rossa dell’Impero tedesco del 1871 (Secondo Reich), che in Germania viene usata sia dai nostalgici che da estremisti di destra e neonazisti, in sostituzione dei simboli del Terzo Reich rigorosamente vietati dalla legge tedesca.
L’aspetto scioccante infatti non è tanto la violenza in sé, ma la caratterizzazione di questa coalizione di negazionisti: nostalgici dell’impero, neonazisti, no-vax, esoteristi vegani, seguaci di Qanon, ammiratori di Putin, ambientalisti estremisti e classe media sfiduciata. Un amalgama impazzito aggregato dalla rivolta contro le misure del governo per il contenimento del Coronavirus. Alla fine della giornata gli arresti sono stati più di 300. Tutto questo in un paese che sta gestendo la pandemia meglio di molti altri, sia dal punto di vista sanitario che economico.
La manifestazione è stata organizzata da Querdenken 711, parola che significa “pensare fuori dagli schemi” affiancata dal codice postale di Stoccarda, città dove è nato il movimento. Nei loro statuti dicono di sostenere la Costituzione tedesca, e almeno in linea di principio non sono un gruppo di estrema destra dall’ideologia violenta. Il leader di Querdenken 711 si è anche dissociato dalle persone che hanno assaltato il Reichstag. Tuttavia, nella giornata che ha riempito le strade di Berlino con 40.000 persone, tutti questi movimenti hanno manifestato insieme senza che nessuno abbia considerato inappropriate e preso le distanze da certe bandiere, personaggi e ideologie.
Il negazionismo italiano
Anche in Italia c’è chi punta a riempire le strade della capitale. Sabato 5 settembre è stata indetta a Roma una manifestazione che dovrebbe radunare tutta la galassia dei negazionisti del Coronavirus. Manifestazioni del genere si sono già viste il 30 maggio a Milano e il 2 giugno a Roma, organizzate dai gilet arancioni dell’ex generale Antonio Pappalardo. Stavolta però è stato proprio Pappalardo a dissociarsi da una manifestazione che, ha detto, è stata monopolizzata dai neofascisti di Forza Nuova.
A giudicare da locandine e manifesti, con lo slogan «Italia libera!» si prepara a marciare su Roma una coalizione di estremisti di destra, sovranisti, no-vax, seguaci di Qanon, un non meglio specificato Popolo delle mamme e complottisti di ogni ordine e grado, ma anche comitati e associazioni di commercianti e piccoli imprenditori. Gli organizzatori promettono una grande partecipazione e la presenza di nomi più o meno conosciuti: gli ex M5S ora R2020 Sara Cunial e Davide Barillari, il deputato Vittorio Sgarbi, il filosofo di Vox Italia Diego Fusaro il cantante Povia e altri ancora.
L’esito della manifestazione però è incerto, l’organizzazione è stata attraversata da faide interne e conflitti tra aspiranti leader. Inoltre, a differenza della Germania, in Italia una certa ambiguità riguardo al Coronavirus è presente direttamente in alcuni partiti e personaggi pubblici. Non c’è un totale vuoto di rappresentanza da riempire e certe figure restano marginali, o almeno così sembra. Proprio per questo la manifestazione di sabato va guardata con attenzione: se dovesse avere numeri importanti, può significare che sta per nascere e crescere un altro movimento populista.
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