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Scuola, nel Lazio e in Veneto tamponi rapidi a tutta la classe nel caso di un alunno positivo

02 Settembre 2020 - 21:48 Redazione
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Un test rapido consente di conoscere il risultato in 30 minuti ed è attendibile all'85%. Ma molte regioni - inclusa la Lombardia - non sono ancora attrezzate per questo piano

Tra le varie misure anti-Coronavirus ideate in attesa del rientro a scuola, c’è anche quella dei test-rapidi a tappeto per studenti e docenti nel momento in cui dovessero essere individuati casi di positività. Ma attualmente sono soltanto due le regioni che intendono adottarli, il Veneto e il Lazio. La Lombardia, regione più colpita d’Italia dal virus, non prevede per il momento il loro utilizzo. Il problema, come spiega Giulio Gallera, assessore alla Sanità della Regione Lombardia, pare essere il numero di test.

L’eccezione Lombardia

Al momento la Lombardia dovrebbe disporre di circa un sesto di test rispetto a quelli del Lazio, ovvero 5mila in tutto (il Lazio ne ha 30mila). Di questi, mille verrano usati per le carceri «dove in questo momento c’è un problema di afflusso». Gli altri 4mila invece saranno conservati per eventuali emergenze.

«Chiediamo che ce ne vengano consegnati di più per far fronte alle esigenze: se il Lazio ne ha ricevuti 30mila, in rapporto alla popolazione lombarda ne aspettiamo almeno 60mila», continua l’assessore, che promette che verrà data priorità alle scuole. Per il momento dunque, in Lombardia si farà affidamento sul tampone classico per il quale l’attesa è di circa 48 ore.

Come funzionano i test rapidi

Nel frattempo sia il Lazio sia il Veneto procederanno con i test rapidi che invece impiegano circa 30 minuti per valutare se una persona è positiva o no al virus. Sono attendibili all’85%, quindi meno rispetto ai tamponi nasofaringei, ma i vantaggi sono evidenti. Secondo quanto dichiarato dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, sarebbero comunque conformi alle direttive dell’Istituto superiore di sanità.

Nei casi in cui dovesse essere riscontrato un caso di positività, dunque, nel Lazio gli studenti e i docenti dovranno andare alla “Uscar” – l’unità mobile con medici e infermieri a bordo – per fare il tampone, le persone eventualmente contagiate dovranno andare in isolamento e l’istituto dovrà essere sanificato. Le procedure in Veneto dovrebbero essere simili. Ma rimangono ancora alcuni dubbi e nodi da sciogliere. Per esempio, come fare per ottenere per tempo l’autorizzazione dei genitori per fare il tampone a un minorenne?

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